Con monsignor Attilio Verzi dall’olfatto straordinario…
Già trovato il nostro uomo (don Attilio Verzi) in L’odore del dolore, a sua volta in Giallo 24-Il mistero è in onda di AA.VV., il Giallo Mondadori extra 2013, che mi colpì per la sua originalità e poi in L’odore del peccato, Mondadori 2013. Un personaggio particolare questo monsignor Verzi, capo dell’Ufficio inchieste assegnatoli da papa Pio IX, dotato di un dono speciale “che molti avevano additato come una maledizione del demonio”. Percepisce gli odori nel profondo, “vivi come può essere viva una persona, vicini come la carezza di una madre o lo schiaffo di un padre che educa un figlio”. Centinaia di preghiere sotto la guida del bigotto padre Ruggero Ancillotti che gli ha instillato l’idea del peccato. Conseguenza incubi ripetuti. Sua guida spirituale, “verso la luce del sapere e del pensiero”, padre Costantino Patrizi per cui “Il problema non è ciò che gli occhi osservano, ma quello che la mente scruta”.
Qui (siamo a Roma nell’estate afosa del 1846) è alle prese con la scomparsa di Chiara, una giovane ragazza, nipote del nobile romano conte Palmigiani, da lui stesso segnalata e prossima alle nozze (matrimonio combinato) con il nipote di un cardinale. Verrà trovata morta in un canale, causa una coltellata alla gola, vestita di abiti dozzinali (perché?) e un fazzoletto appeso ad un ramo secco distante una decina di metri. Aiutato nelle indagini da padre Giani “uomo schietto e genuino” e dal capitano della Milizia Jacoangeli “elegante e impeccabile nella sua divisa blu”. Di conforto e sostegno anche Rebecca Fois, la madre superiora dell’istituto Angelica..
Caso complicato perché intorno alla ragazza “Troppi interessi, troppo denaro, troppo potere fine a se stesso”. Comunque don Attilio non demorde, incontri e colloqui con pezzi grossi del clero, con i familiari e i domestici dei nobili tracotanti, la scoperta che i giovani di casa Palmigiani uscivano la sera non visti, la sparizione di uno spasimante della ragazza legato al famoso Ciceruacchio (specie di eroe del popolo) e, dunque, di mezzo una motivazione politica dell’assassinio?. In una Roma ottocentesca maliarda e ricca di contraddizioni.
Odori, odori e odori (forte quello dell’inganno), voci, visioni, incubi, momenti di crisi, il passato doloroso che riemerge improvviso. La ricerca sofferta della verità attraverso una scrittura intensa e delicata, capace di penetrare nelle profondità dell’animo di don Attilio Verzi “caricato” di un dono portentoso e nello stesso tempo pesante che lui non vorrebbe possedere.
Il nostro protagonista, che avrà certamente un seguito, fa parte di quella schiera di detective “magici” (li definisco così) fra cui ricordo: il dolente commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni (siamo al tempo del fascismo), capace di percepire l'ultima frase e gli ultimi istanti di vita delle vittime di incidenti ed omicidi; il commissario Roberto Serra di Giuliano Pasini colpito anche lui da un “dono”, ovvero quello di “sentire” ciò che provano le vittime e i loro carnefici attraverso una “danza” particolare, sintomo e preavviso l’odore di fiori marci; l’ispettore Marzio Santoni, detto Lupo Bianco, di Franco Matteucci, fisico splendido e splendido naso in grado, anche lui, di avvertire i minimi odori; il Grifo di Massimo Pietroselli, evirato dai turchi che gli hanno ucciso anche la moglie e due figli, con l’estro di disegnare in ogni minimo dettaglio qualunque cosa abbia visto.
Per “I racconti del giallo” “Il male liquido” di Miller Gorini.
Il capitano Livia Corbara sotto shock per una violenza subita. Piove e piove, la diga è tracimata. Resti di corpi di bambini, tra cui quello di una bambina narcotizzata. Muore don Secondo, il parroco del funerale. Qualcosa non quadra. C’è un odore, un odore particolare in quella casa che le fa ricordare Socrate. Livia capisce. E’ lui l’assassino.
Bel racconto con una tecnica di scrittura che mi ricorda un po’ quella di Maurizio De Giovanni.
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