L’alluvione di Firenze, la sua distruzione, il suo tragico e confortante paesaggio di desolazione e morte. L’Italia del 1966, un paese che aveva ancora vecchi conti aperti col suo passato e che si preparava a nuovi e tormentati sconvolgimenti. Queste sono le due direttrici storiche su cui si muovono le indagini del colonnello dei carabinieri Bruno Arcieri, ufficiale dei servizi segreti incaricato della sicurezza del Presidente della Repubblica Saragat durante la visita del Presidente alla città martoriata e ferita. Indagini che prenderanno una piega inquietante e sinistra quando qualcuno cercherà di uccidere la più alta carica dello Stato.
L’angelo del fango di Leonardo Gori, viene ripubblicato da Tea Edizioni, dopo il recente inedito de Il ritorno del colonnello Arcieri (Tea, 2015), che ha segnato le nuove indagini di uno dei personaggi più affascinanti della letteratura poliziesca italiana. L’angelo del fango, romanzo già vincitore del prestigioso Premio Scerbanenco nel 2005, viene qui riproposto in una versione parzialmente revisionata dal suo autore, e costituisce l’occasione perfetta e imprescindibile per fare la conoscenza del Colonnello Arcieri. Uno dei personaggi più profondi e complessi degli ultimi anni. Uomo tormentato da un passato dolente e malinconico, che sa trovare in se stesso la forza dei giusti, il desiderio imperituro di verità e giustizia.
La scrittura di Gori è sontuosa e ricca, di una deliziosa complessità, mai pedante o lenta, ma, al contrario dinamica e accattivante. Lega il lettore alla vicenda che si dipana, una pagina alla volta. L’autore tesse la sua tela di intrighi, di sensazioni e di emozioni forti, e dopo breve quella che sembrava una lettura quieta, diventa una appassionante corsa contro il tempo, una caccia all’uomo che non conosce freno, soprattutto grazie all’integrità morale del suo meraviglioso protagonista.
L’introspezione psicologica dei personaggi, nessuno escluso, è resa in modo mirabile, di ognuno si approfondiscono motivazioni espresse e taciute e in ognuno si può ricreare e trovare una dolente immedesimazione. La struttura narrativa è forte e coesa e si dipana con grazia tenendo alto il filo della tensione.
Un romanzo splendido, scritto con grande maestria. Una lezione di scrittura e di passione.
Da non perdere.
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