Con il commissario Ponzetti…
Commissario Ponzetti in Sicilia con la famiglia. Un piacere al questore. Da una signora, Annamaria, ”gambe affusolate, ginocchia scolpite di bianco, occhi verdi, straordinario talento per la musica. Di mezzo la canzone popolare siciliana “Vitti na crozza” e i diritti d’autore che sembrano appartenere a suo nonno. Comunque se può il commissario vada da un avvocato di Palermo per questa controversia. Alla fine un bacio di congedo (perché?).
Sposata da otto anni senza prole con Matteo Arnone, figlio di Casimiro, lei figlia della cameriera. Ora il marito l’accusa di tradimento (occhio ad un certo Ludovico musicologo). Spariti tutti e due e Casimiro ucciso con una pugnalata al cuore (arma, però, non identificata). Dell’omicidio se ne occupano i carabinieri ma anche il nostro commissario con il fido Mario Iannotta.
Intanto scorre la vita di ogni giorno intrecciata con le indagini: il nuovo fidanzato della figlia Maria, i problemi del cane Socrate, i colloqui con padre Ernesto De Paolis, quelli con la giovane cameriera Caterina, Montalbano (addirittura) ad aiutarlo nelle ricerche, il funerale senza corpo, le sue riflessioni, il suo mutismo, le “sue abitudini invecchiate”. Dubbi, incertezze e il perché di quel bacio. “Tutti sanno qualcosa, ma forse nessuno conosce la verità”.
Lettura piacevole, prosa che scivola via sicura in un contesto di sentimenti e brutture familiari.
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