Le donne nei tuoi romanzi sono figure per lo più evocate con struggente desiderio o rimpianto, in ogni caso sono delle assenze. Ci puoi spiegare questa tua scelta?
Credo che la donna sia il naturale completamento dell'uomo. Un punto saldo dell'esistenza, un sostegno che dovrebbe essere incrollabile. La mancanza crea instabilità, squilibrio ed è fonte di sofferenza, di insoddisfazione, di rimpianto. I miei personaggi, che avrebbero un bisogno vitale di questo sostegno, in realtà non riescono a trovarlo, o trovano quello sbagliato. O se lo trovano, lo perdono (come accade per esempio in "Loop"). Questa assenza si riflette in ogni aspetto della loro vita, li rende vulnerabili, esposti. Sconfitti anche quando apparentemente non lo sono. E in certi casi si trasforma nella molla che fa scattare l'intero meccanismo della storia che voglio raccontare. Ma non è sempre tutto così tragico. In "Caterino - romantico duello in punta di forchetta", il libro che ho scritto insieme all'amico chef decoratore Claudio Menconi, il lato femminile è molto presente e dotato di tutta la carica positiva che possiede.
Continuerai la saga di Simon e Mezzanotte?
Sai che onestamente non lo so? Dieci anni fa scrissi "Dio del Sagittario" quasi per gioco, pensando che probabilmente sarebbe stato il primo e l'ultimo libro, di sicuro il primo e l'ultimo con protagonisti Simòn e Mezzanotte. Poi sono arrivati "Arnoamaro" e adesso "Nature Morte a Firenze". Il "Ciclo dell'Arno", come lo chiamo io, si è chiuso e al momento non ho altre informazioni su di loro. Ma a questo punto non posso escludere che un giorno tornino a bussare alla mia porta per raccontarmi una nuova storia. Anzi, chissà, magari proprio adesso che sto rispondendo alle tue domande, loro stanno viaggiando per raggiungermi.
Hai qualcosa in preparazione?
I progetti ci sono, ma sono ancora tutti chiusi nel loro cassettino. A differenza di molti altri amici scrittori, io non sono molto prolifico e scrivo lentamente, inoltre non ho un calendario di uscite già più o meno previste, per cui non so mai quando ciò che scrivo troverà la strada della libreria. A dirla tutta non so nemmeno se la troverà. Quindi vivo molto alla giornata e quando arriva qualche risultato il primo a essere stupito sono proprio io.
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