Quarto volume delle serie dedicata alla crisi socio-economica della Grecia. Markaris non tradisce le aspettative dei lettori imbastendo un grande affresco sulla deriva delle istituzioni e della società greca. Un poliziesco e un noir sociale dalla trama perfetta.
All’avanzare della crisi fanno eco gli atti terroristici della destra neonazista di Alba Dorata.
Non a caso il romanzo si apre con l’aggressione ai danni della figlia del commissario, avvocato che difende gli extracomunitari, da parte di due energumeni della destra neonazista, sotto gli occhio compiaciuti del piantone presso il tribunale, segno evidente che all’interno della polizia ci sono fiancheggiatori dell’estrema destra. Poco dopo, un suicidio viene rivendicato come omicidio da un misterioso gruppo autodenominatosi “I Greci degli anni ‘50”. A seguire, diversi omicidi rivendicati in Rete dalla medesima sigla. Tanto basta per ingarbugliare la vita professionale e personale del commissario. I colpevoli saranno trovati alla fine, ma si presume che rimarranno impuniti. Markaris unisce un ritratto della situazione politico-sociale-economica contemporanea a echi di un passato politico ancora presente nella memoria collettiva, entrambi parti integranti delle storie raccontate nei romanzi di Markaris.
I personaggi sono seriali, come i componenti della famiglia di Charitos e la squadra dei poliziotti che lavorano con il commissario, ma non sono mai “finti” perché l’Autore sa farli evolvere a seconda delle situazioni in cui si trovano. E’ come se la situazione della Grecia sia vista attraverso gli occhi delle varie classi sociali a cui appartengono.
Unico neo, le copertine sempre incongrue.
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