Conversazioni dalla poltrone dietro mentre aspetti Run all night:
- Certo la scena dello sturaggio water con le mani in Noi e la Giulia faceva parecchio schifo.
- Dillo a me che per portare a casa il water nuovo nessuno ne voleva sapere di sollevarlo. Ed era ancora nuovo!
- Addirittura?
- L’idraulico non poteva e siamo dovuti andare a prenderlo noi. Ce l’hanno dovuto incartare purché non lo vedessimo!
- Di sicuro le mani dentro non le metterei neanche se mi pagano. Una volta m’è caduto un anello d’oro e l’ho lasciato lì.
- Era grosso?
- No, un regalo di Giampi, di un pacchiano che non hai idea.
- Nel film pare l’abbiano riempito di caffelatte e biscotti per...
- Sì sì, da quando ho saputo a colazione bevo solo té…
La critica ha riservato voti alti a Run all night e anche se non è il tuo genere ci caschi miseramente, e dire che da quando hanno riciclato Liam Neeson a uomo d’azione dovresti aver capito l’antifona e invece niente. Così non ti stupisci della trama che non sta in piedi, dei dialoghi improbabili, della gente che gira pesta e sanguinante per Manhattan senza che nessuno ci faccia caso, dove tutti incontrano tutti nemmeno abitassero a San Marino.
RUN ALL NIGHT - USA 2015 - 109’
Regia: Jaume Collet-Serra.
Con: Liam Neeson, Ed Harris, Joel Kinnaman, Vincent D'Onofrio, Genesis Rodriguez.
Jimmy Conlon è un ex killer irlandese ubriacone tormentato dai sensi di colpa e il figlio Michael non vuole averci a che fare. Ma le cose si complicano quando per salvarlo sarà costretto a uccidere Danny, il figlio criminale del suo migliore amico Shawn Maguire.
Avranno una notte a disposizione per regolare i conti e non sarà facile né per loro, né per lo spettatore.
Altri voti alti anche qui. Con Blackhat fai il giro del mondo in 135 minuti perdendoti dietro ai protagonisti che non la smettono un attimo di correre. Ti annoi ma speri ancora che Thor si tolga almeno la maglietta per ripagarti del biglietto, per ridestarti solo quando scende dalla macchina per baciare la ragazza. Qui, visto l’andazzo, immagini che l’auto esploda, ma scoppierà quando meno te l’aspetti facendoti sobbalzare sulla poltrona per tenerti sveglio fino alla fine.
Ormai le conoscono tutte pur di tenerti attento.
BLACKHAT - USA 2015- 135’
Regia: Michael Mann.
Con: Chris Hemsworth, Wei Tang, Viola Davis, Ritchie Coster, Holt McCallany.
Ci sono due attacchi informatici dietro l'esplosione di una centrale nucleare di Hong Kong e il sabotaggio della borsa di Chicago, e autorità cinesi e americane sono costrette a collaborare e a levare di galera l’hacker Nick Hathaway per farsi aiutare.
Impeccabile e patinato questo French Connection, talmente bello che è rimasto in programmazione pochissimo. Bravi Dujardin e Lellouche che si somigliano anche fisicamente e accurata la ricostruzione degli anni ’70 (mai buttar via le braghe a zampa d’elefante). Lo segui con interesse senza affezionarti a nessuno, Jean e Gilles sembrano i nuovi Delon e Belmondo, ma qualcuno lamenta che la storia sia un po’ freddina, quasi polar.
FRENCH CONNECTION - Francia, Belgio 2014 – 135’
Regia: Cedric Jimenez.
Con: Jean Dujardin, Gilles Lellouche, Céline Sallette, Mélanie Doutey, Benoît Magimel.
Negli anni ‘70, l’incorruttibile magistrato Pierre Michel viene mandato a Marsiglia a capo di un pugno di uomini scelti per dichiarare guerra a Gaëtan Zampa padrino della French Connection, la rete mafiosa che gestisce il business della droga. Ma Zampa non si lascia intimidire e semina vendetta e morte tra Francia e States. Pierre Michel gli renderà la vita dura ma verrà assassinato il 21 ottobre 1981.
Non è il remake di French Connection di William Friedkin.
Provi a restare concentrato ma dopo mezz’ora ti arrendi. Vizio di forma ha una trama sconclusionata e inafferrabile. Apprezzi le ambientazioni, qua e là sorridi, ma esci confuso. Chiedi pareri ad altri ma, come per Birdman, pare che tutti abbiano visto film diversi tanto divergono le interpretazioni. Perfino il vizio di forma del titolo che ti viene spiegato alla fine del film non capisci cosa c’entri. Qualcuno dice che, come per Birdman, è esattamente quel che vuole il regista e tu decidi che è il momento di una pizza. Nessuno potrà dare altre interpretazioni alla tua salame piccante.
VIZIO DI FORMA - USA 2014 – 148’
Regia: Paul Thomas Anderson.
Con: Joaquin Phoenix, Katherine Waterston, Eric Roberts, Josh Brolin, Benicio Del Toro.
Tratto dal libro di Thomas Pynchon. Doc Sportello, hippie strafatto e investigatore privato, viene contattato dalla sua ex Shasta Fey per indagare su chi voglia far internare il suo nuovo amante. Doc non fa in tempo a cominciare le indagini che viene accusato di omicidio dall’ispettore Bigfoot…
Anche Noi e la Giulia, tratto dal libro omonimo, ha una bella idea di partenza che si perde man mano acchiappando un paio di sorrisi stirati. Per la ricostruzione del cesso intasato che Amendola stura con le mani, e che ci riporta al peggior bagno della Scozia di Trainspotting, pare abbiano usato caffelatte e biscotti.
Saperlo è di conforto agli spettatori. Ma non a tutti.
NOI E LA GIULIA – Italia 2015 – 115’
Regia: Edoardo Leo.
Con: Luca Argentero, Edoardo Leo, Claudio Amendola, Anna Foglietta, Stefano Fresi.
Tre sconosciuti uniscono le forze per acquistare un vecchio casale da adibire ad agriturismo. Diego è un ex venditore di auto, Claudio un ex gestore di gastronomia e Fausto un piazzista televisivo inseguito dai creditori. L’impresa si rivelerà fallimentare per via dei camorristi locali che esigono il pizzo. Nell’avventura verranno coinvolti anche il comunista Sergio, e la cameriera incinta, Elisa. Non sarà semplice, ma i nostri eroi non si daranno per vinti facilmente. Noi sì.
Che caffelatte e biscotti siano con voi!
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