Lo scrittore Bruno Morchio per quasi un decennio ci ha raccontato le imprese di Bruno Bacci un investigatore privato, ottenendo un grande successo e nel contempo ci ha parlato della città di Genova.
Ora con il thriller dal titolo Il testamento del Greco (2015) ci presenta un nuovo interessante personaggio, e questo volume è il primo capitolo di una nuova, formidabile serie.
Alessandro Kostas è il personaggio che noi speriamo ci accompagnerà anche in altre avventure.
Alessandro dalla morte della madre avvenuta in Liguria, in un incidente d’auto, è stato portato da suo padre, soprannominato Il Greco, in un isolato casale sull’Amiata.
Suo padre gli ha insegnato a vivere come un lupo solitario senza paura nè padroni, a non fidarsi di nessuno e lo ha trasformato quasi in una formidabile macchina da guerra.
Alla morte di suo padre, che era un ex agente dei servizi segreti, Alessandro ha trentasei anni e si sente un poco spaesato, ma un giorno viene convocato da un notaio, che deve leggergli il testamento che suo padre aveva depositato.
Per quell’uomo forte e alto quasi due metri è una vera sorpresa, così verrà a conoscenza di molti segreti. Sua madre è stata uccisa e il tutto era stato fatto passare per un incidente d’auto. Questo era stato fatto dagli uomini dei servizi segreti per costringere il Greco ad abbandonare il nucleo Gamma, che era una diversa sezione dei Servizi che si opponeva alle ingerenze americane nei servizi di intelligence italiana.
Appreso tutto ciò per Alessandro cala il velo dai suoi occhi e capisce che suo padre lo aveva preparato a questo momento. Rientrerà a Genova e inizierà una sua caccia ai superstiti del gruppo Gamma per ricostruire una verità nascosta sotto montagne di menzogne.
Un grande romanzo, scorrevole, interessante e avvincente come solo Bruno Morchio sa scrivere.
L’autore:
Bruno Morchio è nato nel 1954 a Genova, dove vive e lavora come psicologo e psicoterapeuta. È autore, tra l’altro, di una fortunata serie gialla che da oltre un decennio ha per protagonista l’investigatore privato Bacci Pagano.
La “quarta”
Il Greco aveva un’ossessione: proteggere dalla verità le persone che amava. È per questo che nel ’92, dopo l’incidente d’auto in cui morì sua moglie, portò suo figlio lontano da Genova, in un casale isolato dal mondo, e gli insegnò a vivere come un lupo solitario, senza paura né padroni. Oggi Alessandro Kostas è un gigante di trentasei anni e, da quando ha perduto anche il padre, si sente intrappolato in un’esistenza randagia. Poi arriva il giorno in cui viene aperto il testamento del Greco, un uomo che si è lasciato alle spalle punti interrogativi e qualche segreto inconfessabile: per vent’anni ha lavorato nei Servizi di intelligence e ha dovuto fare i conti con gli affari più sporchi della Repubblica. Leggere le sue ultime parole è un duro colpo per Alessandro, perché lo risucchia in un gorgo di ricordi e lo costringe a tornare nella sua città natale, dove si troverà faccia a faccia coi misteri più dolorosi della sua famiglia. Ma leggere quel testamento è anche togliersi una benda dagli occhi e capire finalmente che tutta la sua vita è stata programmata per dare la caccia a qualcuno. Anzi, la caccia è già iniziata. Giocando una formidabile partita a scacchi con la verità, Bruno Morchio consacra definitivamente la sua abilità nell’indagare l’animo umano e lo spirito di una città unica, popolata di ombre, che sembra creata ad arte per nascondere i propri segreti. Proprio come questo romanzo.
Il testamento del Greco di Bruno Morchio (2015)
Rizzoli, pagg. 284, euro 18,00
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