Con sir Henry Merrivale…
Intanto l’Edwardic, un transatlantico imponente che trasporta materiale bellico (siamo proprio in tempo di guerra) da New York verso un porto inglese con nove persone a bordo. E subito un’atmosfera da brivido, il vento gelido, l’oscurità, “una grande solitudine”, il cielo vuoto e il suono “lugubre” delle sirene. In secondo luogo il tratteggio sicuro dei personaggi a partire dal primo Max Matthews, fratello del capitano della nave, sulla trentina, “sguardo piuttosto serio”, lievemente zoppo, praticamente da “appoggio” al pezzo grosso della storia che entrerà in scena più avanti. Ovvero quando ormai il delitto si è materializzato nell’uccisione di Estella Zia Bey con la gola squarciata, e le impronte digitali lasciate dall’assassino non corrispondono a quelle di nessuno presente sulla nave!
Dunque la nave con il suo carico esplosivo, la paura dei sottomarini, l’omicida fantasma che colpirà ancora in un susseguirsi di momenti di alta tensione. Il pezzo grosso in tutti i sensi, dicevo, verrà fuori a pagina settantotto “seduto di traverso con i suoi cento chili sulla poltrona del barbiere” con “un paio di grossi occhiali come un martire suppliziato”. Faccione “rosso come un’aragosta”, “la pancia che lo procedeva maestosamente di un palmo come la carena di un’antica nave da guerra” e “un’espressione maligna come quella del diavolo”. In seguito borbotta, grugnisce, ringhia e tuona. Ci siamo. E’ proprio lui, il pantagruelico sir Henry Merrivale.
Grande tecnica narrativa con trucchetti, diversivi, spunti caricaturali e ironici, citazioni improrogabili di Holmes. E non mancano nemmeno momenti di turbamento da fascino femminile (quanto è bella Valerie Chatford per il nostro Max che si becca “una scossa al cuore”!) per rendere più complesso e stuzzicante il racconto con la conclusione finale magicamente cesellata dal nostro Merrivale. E se qualche lettore rimane ancora perplesso su aspetti fin troppo mirabolanti della trama (ci sono come in ogni giallo che si rispetti) pazienza. Questo è Carter Dickson, alias John Dickson Carr. Prendere o lasciare.
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