Terzo volume del ciclo di polizieschi con personaggio Rocco Schiavone, vicequestore ad Aosta. Rispetto ai due romanzi precedenti (Pista nera e La costola di Adamo) la trama si fa più complessa e articolata, con più piani narrativi e storie che si intersecano. Alcuni personaggi escono dal passato di Rocco e le loro azioni hanno influenze tragiche sul presente. Filo rosso, oltre ad alcuni personaggi seriali, l’interesse dell’autore per temi di attualità che riveste con sapienza di finzione letteraria. Non è stagione inizia con il rapimento di una ragazza che nasconde l’usura, che a sua volta nasconde la penetrazione della ‘Ndrangheta nel profondo Nord e via narrando in un avvincente gioco di scatole cinesi. Parallelamente all’infittirsi della trama i personaggi su evolvono e ci mostrano le loro debolezze, gli amori, le contraddizioni di cui sono vittime. Rocco Schiavone è sempre più confuso fra combattuto fra voglia di mollare tutto e andarsene in Provenza a godersi il sole e la tensione verso la realizzazione di una idea di Giustizia tutta personale. Continuano i suoi colloqui interiori con la moglie amatissima e ormai scomparsa da anni, ma sono intramezzati da una sotterranea voglia di tornare a una vita normale.
Sapientemente l’autore lascia aperti interrogativi e dei misteri che appartengono alla vita precedente al trasferimento punitivo di Rocco Schiavone ad Aosta che, si presume, l’Autore risolverà nei prossimi romanzi della serie.
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