La collana “Il Giallo Mondadori Sherlock”, l’unico mensile dedicato agli apocrifi del celebre investigatore nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, porta questo mese in edicola un grande romanzo: Sherlock Holmes al Raffles Hotel (Sherlock Holmes at the Raffles Hotel, 2008), l’ottavo romanzo di John Hall dedicato ad Holmes ed il primo ad arrivare in Italia.
Dalla quarta di copertina:
Il grande investigatore di Baker Street sta morendo. Di noia. Ritiratosi nel Sussex, la sua mente geniale sprecata a smascherare ladri di polli, è quasi l’ombra di se stesso. La carenza di delitti fa brutti scherzi, lo sa bene il premuroso dottor Watson, che grazie a un incontro fortuito ha già pronta la cura per rimettere in sesto l’amico: una lunga vacanza sarebbe l’ideale per scuoterlo dalla sua tetraggine. Ma come convincerlo a partire? Magari prospettandogli un mistero inesistente che richieda la sua illuminata consulenza dall’altra parte del mondo, per esempio a Singapore. Il guaio poi, o la fortuna, è che ad attenderli al celebre Raffles Hotel, nel remoto Sudest asiatico, troveranno in effetti un caso di omicidio. Una donna avvelenata con l’arsenico, il marito come principale sospettato, una rosa di altri candidati al ruolo di assassino, e su tutto la cappa mortifera del caldo tropicale... Un vero paradiso, per Sherlock Holmes!
Il volume come di consueto è arricchito dall’intervento di Luigi Pachì, direttore di SherlockMagazine, stavolta dal titolo La polizia e le forze dell’ordine ai tempi di Sherlock Holmes.
All’interno, il racconto Sherlock Holmes e la sfida dell’astrologo di Samuele Nava, già apparso in digitale nella collana “Sherlockiana” n. 2.
Ecco l’incipit:
La prima parte dell’anno 1905 si presentò per me come un periodo irto di difficoltà. Diciotto mesi prima era morta in circostanze tragiche la mia seconda moglie, e l’evento mi aveva impedito di dedicarmi alla pratica medica con tutto lo scrupolo necessario. Accadde quindi che alcuni vecchi pazienti finissero con l’abbandonarmi; mi affretto a precisare, non in favore della Trista Mietitrice, ma semplicemente di altri professionisti più disponibili o con l’animo più sereno. E questa fuga, a sua volta, contribuì a rendermi ancora più cinico e di conseguenza più svogliato nei confronti del mio lavoro. Per farla breve, non ci volle molto prima che mi persuadessi che il dottor John H. Watson, medico chirurgo, scrittore, biografo e cronachista del più insigne detective privato al mondo e delle sue imprese, fosse giunto al termine della sua vita lavorativa. Mi sentivo insomma pronto alla pensione, incline a vendere il mio studio per una somma qualsiasi e, come già aveva fatto il mio vecchio amico Sherlock Holmes, a tagliare i ponti con un mondo che con grande rapidità sentivo diventarmi di giorno in giorno meno congeniale.
Sherlock Holmes al Raffles Hotel di John Hall (Il Giallo Mondadori Sherlock n. 5), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Marco Bertoli
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