Nel mese di aprile del 2013 hanno visto la luce per la prima volta in volume, nella loro versione originaria voluta dall'autore a colori, le avventure di Gionni Peppe & Gionni Lupara.

Stampate nella collana Nuvole d'autore delle Edizioni NPE, dedicata alla riproposta della produzione del grande fumettista di Termoli Benito Jacovitti, queste storie, apparse originariamente su Linus nel 1973 e nel 1974 in bianco e nero e censurate a causa della pungente satira politica che le contraddistingueva, narrano le gesta di un giovane gangster che, dopo essere stato un duro di Kansas City dallo spiccato accento romanesco, diviene un picciotto siculo.

Le tavole di questi serial, a cui fanno da contorno interventi critici di Luca Boschi e Andrea Sani, che ripercorrono la carriera di Jacovitti e toccano punti interessanti come quello della censura alla quale dovette sottostare durante la collaborazione con Linus, sono, come di solito avviene quando si parla del grande autore molisano, estremamente affollate di personaggi, mani, piedi, salami, vermi, matite, dadi e pettini.

Questa ricchezza di particolari però, non rende la narrazione dispersiva ma, al contrario, fa si che la trama si faccia seguire fino in fondo e sia estremamente appassionante e coinvolgente.

Nonostante le vicende presentate propongano una parodia dei film gangsteristici, tanto di moda in quel periodo, non mancano legami dei personaggi e delle ambientazioni con l'attualità, riferimenti alle tensioni politiche e sociali che caratterizzarono i primi Anni Settanta del '900, spuntano qua e là nelle vignette cartelli con su scritto “Raglia raglia Giovane Itaglia” o soggetti che confessano di essere così per colpa della società, e frecciatine ad Oreste Del Buono, allora direttore di Linus, agli autori ospitati nella rivista e alle attività delle sinistre.

Altre caratteristiche che rendono quest'opera molto appetibile per ogni appassionato sono: trovate divertentissime all'insegna di uno humour pungente e di una satira spietata nei confronti di una società in cui terrorismo e attentati erano all'ordine del giorno, eroi memorabili, caratterizzati molto comicamente, come, per citarne solo alcuni, il temibile poliziotto spernacchiatore Billy Mandracchio o l’irascibile boss Nat Corlacchione e un linguaggio molto suggestivo, che mischia italiano popolare e dialetto con termini creati appositamente, che fa si che l'incedere del racconto, a dispetto dell'argomento trattato, sia leggero e scanzonato.

Tutti questi fattori, uniti ad una confezione molto curata e a un apparato redazionale, posto in calce all'albo, che contestualizza il significato delle trovate umoristiche di cui straripano le tavole, rendono la lettura di questo libro spassosa per un variegato numero di persone tra cui rientrano sicuramente sia gli amanti del buon fumetto che quelli di letteratura gialla e film polizieschi, ma anche chi voglia capire le dinamiche dell'Italia degli anni di piombo senza consultare noiosi manuali di storia.