Pubblicata da Mondadori e uscita nelle librerie italiane nel maggio del 2014, Uccidi il padre è un'opera dello scrittore e sceneggiatore cremonese Sandrone Dazieri.
Abbandonato il suo personaggio più famoso, il Gorilla, protagonista di una serie di romanzi noir metropolitani molto amati da un vasto numero di lettori e di un film interpretato da Claudio Bisio, l'autore dà vita ad un thriller frenetico e claustrofobico.
Scritto con uno stile scorrevole e asciutto e dotato di dialoghi scarni e incisivi questo libro, che nonostante le 562 pagine di cui è composto costituisce una lettura veloce, appassionante e ricca di tensione e colpi di scena, si può considerare la risposta italiana a The Manchurian Candidate di Richard Condon.
Cardini della vicenda, il cui svolgimento ricorda a grandi linee quello de Il silenzio degli innocenti, sono tre persone molto diverse tra loro: Colomba Caselli, una poliziotta in congedo dopo un evento tragico a cui ha assistito impotente, Dante Torre, un esperto di individui scomparsi e abusi infantili, le cui incredibili capacità deduttive sono eguagliate solo dalle sue fobie e paranoie, soprannominato “l'uomo del silos” perché da bambino è stato cresciuto ed educato all'interno di un silos e un individuo, “Il Padre”, l'unico contatto che, durante la prigionia, Dante aveva con il mondo esterno.
Affiancati da comprimari molto ben connotati, sia fisicamente che psicologicamente, questi soggetti sono gli interpreti di una storia che, nonostante sia un'opera di fantasia che parte come una normale caccia ad un serial killer, prendendo spunto da reali attività svolte dalla CIA, durante gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, che avevano come scopo quello di influenzare e controllare il comportamento delle persone, assume peculiarità diverse da quelle che il lettore si aspetta, spiazzandolo e rendendolo partecipe di eventi che coinvolgono alte entità come stato ed esercito.
A dimostrazione della plausibilità della trama poi, anche le ambientazioni sono precise e ben documentate.
I fatti si svolgono a Roma e Cremona, due città che Dazieri conosce molto bene, in cui alla descrizione di zone di fantasia, funzionali allo svolgimento degli episodi narrati, sono alternate quelle di luoghi geografici ben precisi.
A questi tratti si aggiunge una scansione dei capitoli molto equilibrata e un ritmo serrato in cui a momenti frenetici si alternano attimi di tranquillità.
Il finale, in cui si arriverà a tirare tutte le fila degli intrecci, è molto ben costruito ma nonostante ciò all'improvviso vengono a galla sottotrame che daranno adito ad altri dubbi che non saranno risolti.
Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare, senza paura di smentite, che questo volume sia una lettura consigliatissima oltre che per gli appassionati di letteratura gialla anche per chi cerca in un romanzo spunti di riflessione e trame appassionanti.
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