Esordisce un nuovo autore e un nuovo eroe nella collana Segretissimo Mondadori. Questo mese, con il numero 1616, arriva in edicola Desperation Discount firmato Decimo Alcatraz.
Dalla quarta di copertina:
Tenente Ricardo Malusci, detto semplicemente Malo. Ex operativo delle forze speciali, poi Legione Straniera. Ora è nella sicurezza privata, come guardia del corpo si occupa di proteggere l’incolumità personale dei clienti. Il suo nuovo target è una donna, Lieca Jobrissa, fondatrice di un’organizzazione benefica attiva a livello globale, già vittima di una brutale aggressione. Malo dovrà scortarla durante la sua permanenza in Italia. Nel mestiere del bodyguard non esiste un incarico facile, ognuno potrebbe essere l’ultimo, ma questo è solo l’inizio di una partita mortale alle prese con feroci assassini, la cui posta in gioco è il futuro di bambini innocenti. Dalle sordide carceri balcaniche ai santuari del potere finanziario, tra echi della guerra di Cecenia e strascichi del conflitto jugoslavo, mafia russa rampante e un innominabile traffico internazionale, si scatena un’incalzante corsa contro il tempo. In cerca di una giustizia antica ed elementare che il nostro mondo sembra aver dimenticato.
Ecco l’incipit:
Arranca, con il petto ripiegato verso le cosce. Ha il cuore dentro le orecchie e la disperazione gli trafigge la pianta dei piedi. L’aria arroventa gli alveoli, divampa nei polmoni e si trasforma in un cilindro di vetro incandescente, risale la gola e soffoca il respiro, reso convulso dalla fatica e dalla rabbia. Corre. La vita lo insegue senza tregua, implacabile come l’orgoglio, gelida come le regole del codice che ha governato la sua paranoia. Gli occhi annaspano nel buio alla ricerca di un rifugio dove distendere il dolore che lo dilania a partire dal fianco. Corre e preme la mano sui labbri della ferita, perfettamente simmetrici, caldi e turgidi, eppure resi insensibili dall’acciaio molato. Uno Shrapnel ha squarciato la sottile pellicola che teneva sottovuoto la sua anima. Il sangue intride con il suo fetore umido la felpa Vans, trasuda fino al giubbotto e appesantisce i jeans che si avvinghiano alle gambe, trattenendole. Incespica sulle foglie secche. La furia selvaggia della sua esistenza rimane attaccata al terreno gelato, ogni volta che la suola delle Nike calpesta un nuovo metro. Crolla. Rovina e rotola, picchia la mascella quadrata sopra un sasso. La paura scivola fuori, si diluisce e contamina il fango lasciando il suo corpo esausto e inferocito, con un sentore di ferro impastato alla lingua. Ansima. Il suo rantolo raschia la notte aspra e lugubre, mentre cerca un appiglio di speranza, per rimettersi in piedi e raggiungere le luci tremolanti ai margini del parco, verso quel buco nel cemento che da tre anni chiama casa. Gira su un fianco, mentre la mano affonda in quello destro squarciato e scompare fino al polso. Il gomito punta sul terriccio fradicio, i piedi raspano senza trovare appoggio, la volontà deflagra in schegge taglienti nel momento in cui picchia a terra con la nuca. Spalanca lo sguardo sulla notte che gli preme addosso. Sprofonda, ruggisce e sbrana Dio. Muore, violentato dal destino.
Decimo Alcatraz è lo pseudonimo che non nasconde ma svela. Con il nome che tanti centurioni romani portarono, l’orgoglio e il senso di appartenenza a una nazione. Il rispetto e l’onore per un corpo militare che fece del coraggio la sua arma e il suo ardire. Con il cognome, l’inesausta voglia di evasione dagli stereotipi e dal senso comune. Da venticinque anni pubblicitario.
Desperation Discount di Decimo Alcatraz (Segretissimo n. 1616), 294 pagine, euro 4,90
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