Così è stato definito da una rivista specializzata l’australiano (ma vive attualmente a Londra) Michael Robotham di cui la Rizzoli ha presentato recentemente in libreria il suo secondo romanzo dal titolo Perduta. Robotham dopo una lunga carriera come giornalista e aver scritto molti libri di successo come “ghost writer” ha deciso di scrivere per suo conto e il suo primo thriller dal titolo L’indiziato ha avuto un grande successo.
Vincent Ruiz è vivo per miracolo. L'hanno trovato vicino a una barca ridotta a un colabrodo, sulle rive del Tamigi, con una gamba straziata da una pallottola e un dito mozzato: sangue dappertutto, ventiquattro fori di proiettile, nessun cadavere. Ci vogliono otto giorni prima che riprenda conoscenza e scopra che il suo incubo è solo all'inizio. Perché il detective Ruiz non ricorda niente di ciò che è accaduto, non sa spiegare per quale motivo si trovasse su quella barca, ne chi fosse con lui. Ma nessuno è disposto a credergli, nemmeno i colleghi della polizia. L'unico indizio in suo possesso è la foto che si è ritrovato in tasca, quella di una bambina scomparsa tré anni prima, sul cui caso aveva indagato e che credeva morta. E il prezioso riscatto che il padre della piccola sostiene di avergli affidato. Con l'aiuto dì un amico psicologo, Ruiz dovrà cercare di vincere il vuoto che gli annebbia la mente e gli toglie qualunque certezza, prima che la situazione precipiti, un'innocente ci rimetta la vita e chi ha già tentato di ucciderlo ci riprovi...
Perduta di Michael Robhotam (Lost, 2005, Traduzione Irene Annoni, Rizzoli, collana La Scala, pag. 465 - euro 17,50) ISBN 88-17-00669-6
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