Un gruppo di amici durante una battuta di caccia viene sorpreso da una tempesta, e sono costretti a chiedere ospitalità a un misterioso gentiluomo che vive in un castello tetro e isolato, con l’inquietante compagnia di un cane muto. Ma l’uomo saprà rispettare i dettami dell’etichetta e offrirà loro un riparo per la notte, anche se una sottile inquietudine catturerà i giovani cacciatori. La permanenza presso il maniero sarà per loro l’inizio di un viaggio nell’occulto, tra antiche maledizioni e scellerati patti con il maligno.
Pubblicato per la prima volta nel 1908, L’uomo che vide il diavolo di Gaston Leroux era assente da anni nel nostro panorama editoriale, e viene ora riproposto dalla Galaad Edizioni, con una nuova e intrigante traduzione di Pietro Ruggeri.
Leroux è un autore relativamente poco conosciuto nel nostro paese, in cui vengono ristampati assiduamente solo tre o quattro titoli della sua considerevole opera. Autore di classici intramontabili del grottesco e del giallo come Il Fantasma dell’opera e La camera gialla (da molti considerato uno dei più grandi romanzi gialli mai scritti), ha al suo attivo oltre trenta romanzi, che lo hanno reso uno dei maggiori autori del Feuiletton francese. Fu autore fra l’altro di fortunati cicli di romanzi come quelli dedicati al reporter Joseph Rouletabille, e alle avventure di Chéri-Bibi, nonché di svariati romanzi singoli fra cui spicca questo L’uomo che vide il diavolo.
In cui l’autore francese, dalla vita avventurosa e dissoluta, fa confluire molti temi a lui cari come il gioco d’azzardo e il rapporto con l’occulto. La scrittura di Leroux è raffinata e coinvolgente, la tensione narrativa sale lenta e inesorabile pagina dopo pagina, i personaggi sono ben strutturati e accattivanti e le descrizioni barocche ed efficaci ci trasportano nella campagna francese dei primi del ‘900.
Come si è già detto nota di merito va alla traduzione dal francese di Pietro Ruggeri, che riesce a rendere splendidamente la scrittura articolata e a volte barocca che contraddistingueva i romanzi d’appendice, dimostrando così un’attenzione preziosa all’impatto emotivo del testo sul lettore moderno.
Si tratta di un romanzo affascinante e prezioso, che fa ben sperare per ulteriori e future traduzioni e ristampe delle altre opere di Leroux. Opere che hanno plasmato e influenzato l’immaginario collettivo, la cinematografia e molti autori posteriori.
Una perla di uno dei grandi padri della narrativa d’intrattenimento. Da non perdere.
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