Dopo essere apparso in Italia nel 1938 con la traduzione di Guido Cantini, targato Mondadori, I clienti di Avrenos (Les clients d’Avrenos, 1935) conosce solo un’altra ristampa nel 1961.
Oggi la Adelphi ripresenta il romanzo di Gerges Simenon - arrivato in TV nel 1996 con un film interpretato da Jacques Gamblin - nella Biblioteca Adelphi, tradotto da Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio.
Dalla quarta di copertina:
Una città, Istanbul, ancora avvolta, all'inizio degli anni Trenta, da un'aura di eccitante depravazione. Una giovane donna, Nouchi, candidamente perversa, seraficamente crudele, e capace di sedurre chiunque senza mai concedersi a nessuno. Un uomo non più giovanissimo, distinto ma squattrinato, che si è lasciato irretire, una sera, nel night-club dove Nouchi lavorava come entraîneuse, e che lei manovra a suo piacimento. Un gruppo di sfaccendati – artisti, giornalisti, uomini d'affari, nobili decaduti, viveur di mezza tacca –, che si ritrovano nel ristorante di Avrenos e passano le notti a bere raki e a fumare hashish, e che di Nouchi sono tutti più o meno innamorati.
Se Emmanuel Carrère (che ne ha tratto una sceneggiatura televisiva) ha potuto dichiarare: «I clienti di Avrenos è un capolavoro», è soprattutto perché di personaggi femminili sconcertanti come Nouchi non se ne incontrano molti nei romanzi di Simenon – e non solo. Non ha ancora diciott'anni, non è particolarmente bella, ha una faccia irregolare e «due occhi penetranti come punte di spillo»; ed è ben decisa a non conoscere mai più la miseria e la fame che hanno segnato la sua infanzia viennese. A questo scopo giocherà tutte le sue carte – anche le più rischiose. Di Istanbul, dove bisogna soltanto «accettare la vita come viene», abbandonandosi ai suoi perfidi incantesimi, Simenon fa la cornice perfetta per le trame ambiziose e svagate della sua incantevole, implacabile protagonista.
I clienti di Avrenos di Georges Simenon (Adelphi - Biblioteca Adelphi n. 624), 157 pagine, euro 17,00 (in eBook, euro 8,99) - ISBN 9788845928840 - Traduzione di Federica Di Lella e Maria Laura Vanorio
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