C’è stato un periodo, qualche anno fa, in cui le contaminazioni tra i generi venivano condotte senza suscitare troppo scalpore. I libri scritti negli anni Novanta da autori quali Alan D. Altieri, Michael Marshall Smith e Jack O’Connell potevano essere classificati come crime fiction o science fiction a seconda dei gusti di chi leggeva. Opere come Ultima luce (1995), Ricambi (Spares, 1996) o Il verbo si è fatto carne (Word Made Flesh, 1999) ne sono i migliori esempi. Nello stesso periodo Jonathan Lethem calcava l’acceleratore dell’avantpop con Concerto per archi e canguro (Gun, with Occasional Music, 1994), miscela di fantascienza, hard-boiled e grottesco, e K.W. Jeter distillava suggestioni cyberpunk e immaginario noir nel suo romanzo più ambizioso, intitolato appunto... Noir (1998).
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