Paris Trout è un ricco commerciante di una cittadina del sud degli Stati Uniti, avaro e bigotto, prepotente e arrogante, ossessivamente dedito ai suoi affari, disposto a difenderli contro tutto e tutti, anche se questo vuol dire uccidere… uccidere una ragazzina nera di quattordici anni.
L’omicidio sarà solo l’inizio. L’inizio della fine!
Trout vedrà la sua vita disfarsi lentamente in un intrico di rancori e odi, la vedrà precipitare inesorabile in un vortice di follia e violenza. Senza vergogna e senza pudori ci mostrerà quanto può essere oscuro e malevolo l’animo umano… quanto può essere “nero” un cuore.
Pete Dexter genera un romanzo che è un pugno nello stomaco: Il cuore nero di Paris Trout affascina, coinvolge e angoscia dalla prima all’ultima pagina. Lo stile è fermo e sicuro da narratore consumato, la struttura collaudata e solida, i personaggi reali, al limite dell’analisi psicologica, le atmosfere evocate geniali, il finale cinico e sorprendente. Ma non solo, Dexter dà vita e corpo a un “cattivo” eccezionale. Paris Trout non ha scusanti, non ha pentimenti o rimorsi, lui è veramente cattivo, tanto crudele che può essere solo reale. Un brivido ogni volta che compare nella pagina, un oscura tensione, troppo simile alla paura per un uomo che non è un mostro da film horror, ma un uomo oscuro, e proprio questa sua oscurità ci coinvolge ed emoziona.
Oscurità ed erotismo, oscurità e angoscia, il tutto si rincorre e si intreccia pagina dopo pagina, e nasce una sensazione di malessere che ci tiene avvinti al libro. L’erotismo è torbido e malsano, vibra nei luoghi e fra i personaggi, sottile e impalpabile, ma in realtà sempre presente. L’angoscia, nasce e cresce, innocente e vaga ti stringe in una maglia sempre più fitta in attesa dello scioglimento finale… della caduta delle maschere e delle ipocrisie.
Un libro che può piacere o non piacere, ma che assolutamente non può lasciare indifferenti. Una volta chiusa l’ultima pagina si ha solo voglia di uscire e prendere una boccata di aria fresca, si ha solo voglia di seppellire il "Cuore" nero di Paris Trout il più lontano possibile dal nostro.
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