Una misteriosa scomparsa…
La mano di velluto di Helen Reilly, Mondadori 2014.
Lo scrittore Philip Haven, ritornato a casa da un viaggio, scopre che la nipote Libby è scomparsa. Nessuno sa dove sia. Piano piano da una fuga d’amore (su un foglio “Carissimi, non preoccupatevi per me. Avrete nostre notizie tra pochi giorni” e dunque perché quel “nostre”?) si arriva al rapimento, dato che il possibile compagno è all’oscuro di tutto.
A comprovare questa seconda ipotesi l’arrivo di una lettera con l’impronta delle labbra di Libby (riconosciute da una cicatrice), una scala a pioli sotto la sua camera, un suo cappello spaccato. Indaga l’ispettore Christopher McKee della squadra omicidi di Manhattam “alto e ben vestito, con una folta chioma scura che cominciava a diradarsi sulle tempie, e un modo di fare semplice e simpatico”.
Aggiungo affastellando: un assegno cancellato, una vittima di un passato ricatto che ha qualche aggancio con il presente, il “male subdolo” che aleggia per la casa, i morti ammazzati, una fantomatica donna con l’impermeabile verde, sogni spaventosi, spruzzata di gotico con l’arrivo del temporale, la pioggia, il cielo nero, il vento che fischia, in primo piano l’altra nipote Kit che si arrovella sulla scomparsa di Libby, incasinamenti familiari, il denaro, l’amore, la paura e la morte mischiati insieme.
Un bel plot di brivido.
Per I racconti del giallo ecco Le sorelle Corcione di Diego Lama
Napoli, 1 settembre 1884. Il commissario Veneruso alla porta dell’avvocato Francesco Saverio Caruso in un momento in cui va tutto a rotoli. “Che tempi!”. L’avvocato è stato ucciso con un colpo mortale al collo e uno alla pancia nella sua camera da letto. La porta chiusa da dentro, la serratura rotta, abiti da donna sul pavimento, il letto spostato sotto la finestra, una cassapanca che non si apre. Infine quattro donne, la moglie incazzicchiata alquanto con il marito, tre figlie (una bella, una brutta, una moribonda) e la cameriera Assunta, più certe “strane” abitudini sessuali del morto. Chi sarà l’assassino?. “Che tempi!”.
Racconto ben congegnato con spruzzata di humour che fa sempre bene.
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