Una notte di pioggia, uno squallido motel nei sobborghi di Chicago. Costas R. Crowley, scienziato fuggito con una invenzione rivoluzionaria, attende Irina, la sua donna, ma Irina è in realtà Anastasija Kalashnikova, spia e assassina: arriva con una valigetta piena di soldi; fa lavori sporchi non perché le piaccia, ma perché è meglio che finire in galera accusata ingiustamente di crimini di guerra.”

86400 (secondi a Chicago)”, romanzo di spionaggio ambientato a Chicago in ventiquattrore, è arrivato quinto su 879 concorrenti per 186 case editrici, molte di primo piano, partecipanti alla XX edizione del Premio Letterario internazionale “Trofeo Penna d'autore” di Torino.

Un risultato insperato per Noirrativa (http://www.noirrativa.it) collana di genere autoprodotta da F.T. De Nardi, dalle caratteristiche copertine rosse e i titoli bianchi ideati dallo scrittore horror Massimo Perissinotto.

Al momento, Noirrativa pubblica la serie dedicata ad Anastasija Kalashnikova, sicario e spia, mezza russa mezza cecena. Tale serie scritta da F.T. De Nardi, è arrivata al quarto romanzo (reperibile su noirrativa.it in formato cartaceo, alcuni anche in digitale) “L'uomo di ghiaccio”, ambientato tra Berlino e Venezia ed è di imminente pubblicazione un quinto romanzo, dal titolo “Nessuno si salverà”, dall'insolita ambientazione tra Jesolo, il Vajont, il Montenegro e la Francia.

È in fase di correzione un ulteriore romanzo dal titolo ancora segreto sempre con protagonista Anastasija Kalashnikova ambientato tra la Francia e l'Algeria.

Ricordiamo che un altro romanzo di questa collana, “Testa di morto”, ha vinto il Primo Premio al Gran Giallo a Castelbrando nel 2012 e un altro romanzo – inedito -, è stato finalista al Premio Urania.

Dice l'autore di “86400 (secondi a Chicago)”:

“86400” è il primo romanzo che vede come protagonista Anastasija Kalashnikova. Non è il primo che ho scritto con la stessa protagonista, ma lo considero il romanzo che presenta Anastasija e il sottoscritto come scrittore di romanzi di genere.

86400 si svolge in ventiquattro ore a Chicago, città che conosco bene per ragioni di famiglia.

86400 è un romanzo veloce, che racchiude un mio omaggio / epitaffio a un certo immaginario che ha condizionato la mia e molte generazioni, cresciute con il mito “sbagliato” degli Stati Uniti d'America. Dico un mito sbagliato, non perché esso sia negativo in sé, ma perché noi lo abbiamo sostituito alla nostra cultura; ci ha portato a sottovalutare la portata della cultura del vecchio mondo rispetto a una cultura da cui siamo in realtà - molto distanti: la massiccia invasione di pellicole e libri e musica e fumetti e termini inglesi da cui siamo avvolti ormai da generazioni ci fa sembrare tutto più familiare e vitale di quello che in realtà è.

Tale cultura estranea (oltretutto tradotta in italiano, quindi diventa italiana?) ha creato un forte problema di identità di cui paghiamo le conseguenze attraverso uno sradicamento e un fortissimo impoverimento culturale e identitario di cui molti non si rendono neppure conto.

Oggi gli attori vivono facendo i doppiatori e non gli interpreti e gli scrittori vivono di traduzioni e non delle loro opere e lontani sono i tempi in cui era l'Italia a esportare cinema e letteratura al pari dei prodotti enogastronomici e della Moda che oggi tanto ci identificano all'estero. (però noi andiamo al Mcdonald... e usiamo Apple non Olivetti)

Questa invasione di culture differenti è cominciata alla fine della Seconda guerra mondiale, e oggi sempre più importiamo prodotti stranieri, in qualsiasi settore, non solo quello culturale.

Una soluzione potrebbe essere valorizzare quanto ci compete, e non fare i servitori di altre culture che consideriamo più importanti e più attraenti delle nostre. Ci vorrebbe un po' di autarchia, ma non nel senso di proibire le altre culture, ma di dare prima precedenza alla nostra e poi a quelle straniere, come fanno in Francia, per esempio. Bisognerebbe poi essere competitivi e mettere persone capaci nei posti giusti, non tirapiedi e leccaculo: l'invasione straniera continua anche per questo motivo, se metti incompetenti alla guida del sistema, vai fuori strada e a poco serve valorizzare la propria identità.

Comunque 86400 non si pone questa riflessione della importazioni delle culture, semplicemente vuole far vedere che, chiunque voglia e se la senta, può scrivere una storia all'americana con una certa efficacia, a patto però di aver passato qualche tempo negli Stati Uniti, perché nessuno di noi è James Hadley Chase che negli USA non ci andò mai.