Siamo quello che scriviamo, e rendercene conto a volte è una scoperta, altre un piccolo stupore, altre ancora potrebbe generare uno spavento.
Scrivere è anche un modo per prendere possesso del mondo che abbiamo intorno. Un atto di appropriazione indebita, una forma di bracconaggio […] che in modo più o meno catartico ci rende proprietari di oggetti, luoghi, fantasie, sogni e anche persone.
«Siamo quello che scriviamo»: per questo è necessario trovare le parole giuste per raccontarsi. Per lo stesso motivo un corso di scrittura può fornire non solo gli attrezzi del mestiere di narratore, ma anche e soprattutto gli strumenti per raccontare e scoprire se stessi. Dietro le scelte tecniche e stilistiche, dall’uso dei tempi verbali alle figure retoriche o alla punteggiatura, c’è sempre una ricerca interiore, un tentativo di mettere ordine e fare chiarezza nel proprio tragitto personale. In fondo, «scrivere è dipingere il proprio autoritratto con le parole».
Gli esercizi che Elisabetta Bucciarelli propone nei suoi corsi di scrittura e riportati in Scrivo dunque sono (Ponte alle Grazie), oltre a nutrire le nostre eventuali ambizioni letterarie, possono aiutarci a ricostruire un’immagine coerente di noi stessi, che può sorprenderci o perfino spaventarci. Scrivere è anche un modo di appropriarsi del mondo che ci circonda, di trovare la giusta distanza e la prospettiva migliore sulle cose e sulla nostra posizione nel palcoscenico della vita: ambienti, personaggi, descrizioni si muovono tra le pagine dando forma a un microcosmo autonomo e vitale. La scrittura è inoltre un modo per curare e curarsi: nelle lettere, quando cerchiamo di sanare un conflitto, e nei diari, una vera e propria forma di autoterapia, in cui possiamo esplorare noi stessi, rimarginare una ferita dell’anima, conservare il nostro vissuto. Al confine tra creatività e indagine psicologica, analisi linguistica e ricerca di un equilibrio interiore, Elisabetta Bucciarelli racconta una passione che non ha mai fine e che ogni volta si rinnova di fronte alla pagina bianca: «La scrittura è un costante stato d’innamoramento».
Un libro di “scrittura espressiva” nuovo e pratico. In libreria a partire dal 15 febbraio 2014.
SCRIVO DUNQUE SONO Trovare le parole giuste per vivere e raccontarsi (Ponte alle Grazie) di Elisabetta Bucciarelli - pp. 206 – euro 15,00 - ISBN 9788862209960
Elisabetta Bucciarelli. Premio Scerbanenco 2011 per il miglior romanzo noir italiano al libro Ti voglio credere (Kowalski-Coloradonoir), Premio Franco Fedeli 2010 per Io ti perdono (Kowalski-Coloradonoir), Elisabetta Bucciarelli vive e lavora a Milano. Di formazione teatrale presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, ha firmato testi di stampo marcatamente sociale, tra cui Tempo da buttare e Amati Matti. Ha partecipato alla scrittura collettiva del corto Fame chimica e ha scritto soggetto e sceneggiatura di Liberi tutti. Ha collaborato con RaistaArt per una serie di corti noir ambientati nel mondo dell’arte. Tra i suoi romanzi Happy Hour (Mursia), che inaugura la serie dell’ispettrice Maria Dolores Vergani, Corpi di scarto (Edizioni Ambiente), un noir di ecomafia, accolto con grandi consensi dal pubblico e dalla critica e Dritto al cuore (Edizioni e/o). È autrice dell’Etica del parcheggio abusivo (Feltrinelli), che inaugura la serie di audiodrammi «AutoreVole» di Salani Editore. Elisabetta collabora con alcune testate giornalistiche italiane e straniere, occupandosi di filosofia, arte, libri e manie. I suoi testi sono tradotti in Germania, Francia e Spagna.
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