Dopo “Dio del Sagittario” del 2006, “ArnoAmaro” è il nuovo romanzo poliziesco-noir di Simone Togneri ambientato a Firenze della serie con protagonisti i poliziotti Simòn Renoir e Franco Mezzanotte. Attenzione, però. La storia si snoda nel 1994 e pertanto non si tratta di un sequel ma di un prequel del primo.
Firenze e il suo fiume non sono un fondale, ma parte integrante della storia. Firenze non è la città da cartolina pubblicitaria e neanche, al contrario, una cartolina “in nero” che altri autori sfruttano a piene mani per motivi di immagine. La città è raccontata dal punto di vista di chi l'ha conosciuta bene, anche nella quotidianità.
Se nella forma è un poliziesco, nella sostanza è un noir. Se volessimo trovare un leit.motiv che unisce i vari personaggi, compresi quelli minori, indicherei quello del male di vivere. E' un romanzo dolente, in cui tutti i personaggi sono caratterizzati da un disagio, un malessere che in taluni casi sfocia nell'aggressione e nella violenza che danno origine al dramma.
Ecco quindi i ragazzi annoiati a caccia di prede deboli e indifese su cui esercitare violenza, le adolescenti di fronte a scelte più o meno inconsapevoli ma che le segneranno per sempre, le tormentate storie familiari dei poliziotti Simòn e Mezzanotte.
Il lettore affezionato alla struttura del poliziesco non rimarrà deluso perché gli sarà fornita la soluzione delle varie vicende, tuttavia l'ordine sociale non potrà mai più essere ristabilito.
Il romanzo inizia con tre prologhi che introducono tre storie che si intersecano più volte nel corso del romanzo. Il primo è una drammatica scena notturna nella quale tre ragazzi estraggono dal bagagliaio dell'auto un corpo senza vita e lo gettano in Arno. Nel secondo viene segnalato alla polizia il tentativo di aggressione di un ex marito nei confronti della moglie e del suo nuovo compagno, aggressione che finirà tragicamente. Nel terzo viene introdotto un personaggio malato nell'anima, il fratello di Simòn ricoverato in una struttura psichiatrica in Francia.
La trama, sebbene piuttosto complessa, è ben congegnata, non ha sbavature né artifici nel finale: tutto è molto verosimile. I personaggi sono credibili e resi vivi attraverso le loro azioni e le sfumature dei dialoghi, lo stile scorrevole.
Resto in attesa delle nuove avventure di Simòn e Mezzanotte.
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