Dopo Aristotele e Dante, anche Orazio diventa il protagonista di un libro giallo. Si tratta di Meminisse Iuvabit di Luigi Calcerano, edito dalla Valore Scuola.

 

Nella Roma del 23 a.C, il celebre poeta si trova coinvolto in una vicenda che lo vede protagonista alla caccia di un tesoro nascosto, tra intrighi politici e misteri che risalgono ai tempi della congiura di Catilina. Così Orazio si muove tra amici e nemici, rischia la vita cercando di svelare il mistero nascosto, si innamora e viene tradito anche da chi meno se lo aspetta. Per questo motivo il lettore incontra molti personaggi storici famosi nella Roma dell'epoca e noti a tutti coloro che hanno studiato la storia antica: l'imperatore Ottaviano, la bella Clodia, un giovanissimo Nerone, per citarne solo alcuni.

Gli interrogativi si susseguono a ritmo serrato, ma quale mistero nascondono le lettere di Marco Tullio Cicerone a Celio?

Il libro si divide senza dubbio in due piani che meritano valutazioni separate.

Il primo è quello della ricostruzione storica: l'autore presenta una Roma ricostruita nei minimi dettagli. Il lettore si cala e vive nella città dell'epoca, assaporandone le atmosfere, le abitudini, i costumi. I dettagli e la precisione della ricerca storica fanno di questo libro un valido strumento didattico da proporre come lettura ai ragazzi del liceo, che potrebbero, così, avvicinarsi alla storia dell'epoca, approfondendone alcuni aspetti che spesso sono tralasciati per mancanza di tempo o di attenzione. Inoltre l'opera potrebbe senza dubbio stimolare la fantasia dei ragazzi e incuriosirli nello studio della storia.

Purtroppo lo stesso discorso non può essere fatto per quanto riguarda il piano della costruzione della trama e della suspense. La trama è spesso dispersiva e non riesce nell'intento di catturare il lettore appassionandolo appieno nelle vicende. L'autore non riesce a costruire un intreccio di cause e effetti che conducono il lettore passo per passo a scoprire la verità.

Pur seguendo le vicende che coinvolgono Orazio, non sempre al lettore sono chiare le cause e gli effetti da cui sono concatenate, spesso sfuggono i passaggi logici che portano il protagonista a certe decisioni e conclusioni. Pertanto il ritmo narrativo e la costruzione dell'intreccio giallo risultano deboli, poco appassionanti e dispersivi. Forse ciò è dovuto al fatto che la vicenda narrata è molto complicata, non si tratta di un semplice omicidio di cui va trovato il colpevole. Vi sono morti, giustiziati, congiurati e interessi politici, ma ciò non toglie che tutti questi elementi dovrebbero convogliare nella costruzione di una vicenda appassionante anche dal punto di vista della suspense.

In conclusione Meminisse Iuvabit è sicuramente un ottimo romanzo storico per l'attenzione dedicata alla Roma del 23 a.C., ma uno scarso romanzo giallo per la mancanza di una solida trama che appassioni il lettore.