Swiisss: con questo storico sibilo onomatopeico si apre una nuova grande semi-parodia firmata Leo Ortolani. “Semi” perché come ben sanno i lettori del papà di Rat-Man, le sue non sono mai solo parodie: sono intensi omaggi arricchiti da una rielaborazione non certo priva di sottili prese in giro. Ratolik non è Diabolik: è un personaggio indipendente che si rifà al Re del Terrore nazionale che però segue un suo proprio percorso.

L’epopea di Rat-Man purtroppo è giunta a termine (forse!) e magari Ortolani sta saggiando nuove strade, un qualcosa di meno impegnativo a livello di scadenze e continuity. Ratolik è un’ottima proposta in questo senso, e non c’è che augurarsi che l’esperimento vada avanti con altre nuove avventure del “re dell’errore”.

        

Con un tratto perfetto che i lettori di Rat-Man hanno imparato ad apprezzare da circa vent’anni - cioè un segno all’apparenza approssimativo ma in realtà talmente “vero” da superare ciò che vorrebbe imitare - la storia procede in modo tale da farsi beffe del grande mondo di Diabolik, fatto di mobili irreali e di trucchi incredibili, rifacendosi dichiaratamente al primo Diabolik, quello non ancora schiavo del politically correct. Quando cioè nella notte si sentiva lo swiisss del suo pugnale e tutti morivano, sia che la loro morte fosse utile al piano criminale... sia che fossero semplici passati! Il Re del Terrore ha più di una morte inutile sulla coscienza e Ratolik riesce a farci ridere anche di questo.

Dal mondo di Rat-Man arriva ovviamente Cinzia, il (la?) trans presenza fissa di ogni storia o parodia ortolaniana, che qui per l’occasione fa da Eva al poco convinto Ratolik: il suo nome? Ada... diminutivo di Adamo!

       

L’albo è costruito per imitare fin nei minimi dettagli un classico albo di Diabolik, creando quindi un prodotto delizioso e assolutamente da collezionare. Si legge d’un fiato e fa ridere senza fiato, per cui non rimane che porci un’ultima domanda: quando leggeremo la seconda nefanda impresa del più scalcinato dei criminali?