La Omicidi racconta sei indagini su sei delitti legati tra loro dal filo rossosangue srotolato da un serial killer, astuto, inafferrabile e crudele, che si prende gioco del commissario Lazzaro facendo ricorso alla Divina Commedia per firmare i suoi omicidi con i versi di Dante.
Proprio per scoprire e catturare questo assassino è stata creata una speciale Squadra Omicidi diretta dal vicequestore Malatesta, una sezione a statuto speciale, con molta libertà di movimento e poca burocrazia. Malatesta ha carta bianca nella scelta degli uomini e anche della sede operativa, che vuole distaccata e lontana. Per formare la squadra la sua prima scelta cade su Antonio Lazzaro, che richiama in Italia dall'estero dove ha lavorato a lungo con grande profitto, avendo sgominato tra l'altro un cartello colombiano di trafficanti di cocaina. E assieme al commissario, inserisce il giovane poliziotto Sebastiano Strada, esperto nella lotta alla piccola delinquenza, Claudio Melani, che proviene dalle "volanti" ed è sposato con Elettra, specializzata in indagini sui patrimoni e sul riciclaggio del denaro sporco, il giovanissimo Emilio Cantore, che sa poco di omicidi ma sa tutto d’informatica e l'avvenente Irene, anatomo-patologa. Ma un'altra scelta fondamentale è quella di Simona, giovane agente di grande personalità, alla quale il vicequestore dà l'incarico di proteggere Antonio, che vede in grave pericolo.
Quanto alla sede, Malatesta ritiene che sia adatta e conveniente una grande villa circondata di alberi alla periferia della città, che dopo essere stata dotata di particolari attrezzature diviene un così efficiente e vivibile centro operativo che i componenti della squadra la chiamano affettuosamente "la Culla".
La Omicidi è un serial "noir", ma non racconta soltanto delitti. All'attività della Squadra si intrecciano le vicende personali dei vari personaggi, i loro caratteri, le loro abitudini, gli affetti, le speranze, le delusioni. Al centro di ognuno dei sei episodi c’è sempre un assassinio e, di conseguenza, entrano immediatamente in azione gli uomini della Squadra per svolgere le indagini di routine, cioè rilevazioni delle impronte e di altre tracce, lo studio della scena del crimine, esami medico-legali, anamnesi anatomopatologica, ricerca del DNA. Ma oltre a questo si punta soprattutto sull’approfondimento delle personalità, dei sentimenti, delle emozioni delle persone via via coinvolte.
E' proprio in questo contesto che arriva in scena il commissario Lazzaro, che è una singolare figura d'investigatore. Ecco come lo descrive il suo interprete Massimo Ghini: "E' un poliziotto sui generis, usa più la psicologia che l'azione e mette insieme i pezzi delle sue indagini come fosse un patchwork, tassello dopo tassello". Ma oltre all'aspetto professionale del personaggio viene tratteggiato anche l'aspetto umano, il suo privato, ed emerge tutta la sua delusione, la sua amarezza per un vissuto fallimentare. Lazzaro è un uomo dalle molte vite ed è stanco di dover convivere con la morte, ma ama il suo mestiere e non riesce a far tacere il desiderio di scoprire a tutti i costi i motivi di quello che accade. Dice ancora Ghini: "Questo è l'aspetto più interessante del personaggio, quello che mi ha più affascinato: il racconto di lui e la storia parallela del suo passato. Non è un personaggio a tutto tondo, è fatto di mille sfaccettature".
I veri protagonisti non sono i criminali ma i poliziotti, uomini e donne che devono affrontare indagini difficili e rischiose ma sono anche alle prese con i piccoli e grandi problemi della vita quotidiana: figli, solitudini, impazienze, innamoramenti, allegrie. Uomini e donne come tanti altri, solo che questi hanno quasi sempre una pistola in tasca. A cucire l'una all'altra le sei storie c'è la caccia a un uomo inafferrabile, infelice e disperato, che uccide per perseguire un suo folle disegno di vendetta. Un altro legame tra i sei episodi è il rapporto sentimentale tra Lazzaro e l'agente operativa Simona, cominciato anni prima e poi dolorosamente finito. Ora, trovandosi a lavorare fianco a fianco, quel rapporto si trascina tra silenzi e mezze parole, segreti e rivelazioni.
Anche Simona è segnata dalla vita, ha perso la madre da bambina e deve crescere una figlia di quattro anni senza padre, affidandola al nonno per coprire le sue inevitabili assenze. "Nella professione - dice di lei Luisa Ranieri che sostiene il suo ruolo nella fiction - è intuitiva, determinata e appassionata. E' una donna forte, che nasconde tuttavia una certa fragilità, molto mascherata ma che a tratti riemerge". E poi: "E' ferita da una relazione turbolenta finita con una traumatica rottura, da cui tuttora si sforza di tenersi lontana. Nei rapporti con gli uomini è aggressiva e anche verso i colleghi maschi si costruisce una protezione, un filtro, uno schermo".
La caccia al pluriomicida durerà mesi e nel frattempo quelli della "Culla" si occuperanno via via anche di altri casi, ma senza smettere mai di tener d'occhio le piste che alla fine li porteranno a mettere le mani sull'assassino.
Il serial è ambientato interamente a Roma e le riprese sono durate circa sei mesi nella seconda metà dell'anno scorso. Il set si è spostato in vari luoghi caratteristici e quartieri della capitale, per esempio a Via Giulia, teatro di una delicata indagine del commissario Lazzaro, e in una villa al Casaletto, trasformata nella "Culla", anche perché i sei casi si svolgono in spaccati sociali diversi. Alla fine si delinea sullo sfondo una sorta di ritratto di Roma, una metropoli piena di contraddizioni, in cui si scontrano da un lato una società bonaria, imbevuta di storia e di civiltà, e dall'altro uno strato sociale di recente formazione, aggressivo, violento e senza scrupoli.
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