Tante voci si confondono e si fondono in un coro di storie, verità, bugie, segreti. Sono gli abitanti della poco ridente cittadina di Minopolis la cui vita scorre fra le pagine di I desideri si pagano di Felice Muolo, e che fra queste stesse pagine troveranno il loro destino. Un destino che li condurrà verso la fine. Sulle pagine si muovono, si agitano, e perché no? Amano. Figure inquietanti e tenere, sensibili e ciniche, struggenti e poetiche.
Il romanzo di Muolo è anche un originale esperimento editoriale, le prime due parti, infatti, costituiscono la riscrittura di due precedenti romanzi già pubblicati dall’autore (Cristo non si corica e Complanare putta “una storia torbida e asfissiante, empatica e sorprendente”, entrambi editi da edizioni Il Filo), che si è già avuto modo di leggere anni addietro. Mentre le parti successive costituiscono lo sviluppo di tante vicende che precipitano verso un finale intriso di un sottile e felice cinismo.
La scrittura di Muolo è essenziale e lineare, ma comunque avvolgente e ben calibrata. La vicenda scorre sul binario di una tranquilla crudeltà che rende tutto tristemente credibile e reale. L’equilibro delle esistenze dei protagonisti è un filo stille, che pagina dopo pagina, diviene sempre più impercettibile fino a spezzarsi nella quieta tranquillità della morte. Una storia che ha dentro di se tante storie, che speriamo torneranno presto ad accompagnarci.
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