Truman Capote, oltre a scrivere romanzi si cimentò nel raccontare sotto forma di romanzo un raccapricciante fatto di cronaca.

Dalla sua analisi puntigliosa, da interviste dei colpevoli, da colloqui effettuati con persone a conoscenza dei fatti nacque un romanzo che a suo tempo fece scalpore e che ora la Garzanti ci ripropone: A sangue freddo.

 

Quando fu pubblicato, nel 1966, A sangue freddo suscitò una serie di polemiche di carattere lettera­rio ed etico-sociale. L'autore venne accusato, tra l'altro, di voyeurismo cinico, per aver voluto regi­strare "oggettivamente" un fatto di cronaca nera, anzi di violenza gratuita, avvenuto nel cuore del Middle West agricolo: lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due psicopatici.

Nel libro, la visione puntuale delle dinamiche della vicenda, ottenuta grazie all'assidua frequentazio­ne dei colpevoli, giustiziati dopo un processo durato sei anni, è filtrata e riscattata attraverso una così sapiente e originale elaborazione stilisti­ca, che questo testo del polimorfo e dotatissimo scrittore costituisce ancora oggi un termine di rife­rimento di ogni problematica "oggettualistica", non soltanto narrativa.

 

A sangue freddo  di  Truman Capote (In Cold Blood, 1966, traduzione Mariapaola Ricci Dèttore, Garzanti Editore, collana Nuova biblioteca Garzanti 22, pag. 391  -  euro 14,00) ISBN 88-11-68311-4