“Monumentale” noir/poliziesco dell’Autore barcellonese, amico e coetaneo del più conosciuto (in Italia) Vasquez Montalban.
Il peccato di Francisco Gonzalez Ledesma è stato pubblicato in Spagna nel 2002 e nonostante i 10 anni che ci separano dall’edizione spagnola conserva la freschezza dei temi sociali contemporanei. La trama si basa su un intreccio all’apparenza inestricabile che lega soldi (tanti), sesso (perverso o mercenario), ed è come dire la quintessenza del potere. Grande affresco della Barcellona post giochi olimpici, della Madrid affarista a cui si aggiunge un cameo di Parigi.
Il poliziotto di strada Mèndez, sull’orlo della pensione e dell’impotenza, si imbatte nel cadavere di un vecchietto deceduto in una casa di appuntamenti e deposto su una panchina da pietose prostitute che non vogliono grane. A questo si aggiunge che due preti vengono a prendere misteriosamente il cadavere dell’uomo.
I superiori mandano Mèndez a Madrid con l’incarico di evitare lo scandalo, dal momento che il morto è un personaggio ricco e molto conosciuto. A questo si aggiunge che in una villa in un quartiere esclusivo, una sconosciuta sembra sia stata violentata e uccisa, ma non c’è traccia del cadavere.
Personaggi, situazione, colpi di scena, si susseguono all’interno di una struttura magistrale. Linguaggio crudo, preso a prestito dalla strada.
Il poliziotto Mèndez, del tutto extra-ordinem, si sforza di capire sempre i motivi che stanno dietro alle azioni umane, anche le più efferate, e adotta un criterio di giudizio tutto particolare. Non è assicurare i colpevoli alla giustizia dei giudici che lo interessa, ma comprendere le ragioni dell’altro, pur criminale che sia. Per questo motivo risolve i “suoi” casi all’insaputa dei suoi superiori lasciando impuniti o parzialmente puniti i crimini verso coloro che se lo sono meritato.
Un grande noir sociale, una festa per il lettore.
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