Un mistero della stanza chiusa che sfida la mente del lettore, in un gioco surreale e inatteso.
Un appartamento sigillato, la scomparsa di una grande scrittrice e la sparizione del suo prossimo e atteso manoscritto. Un indagine spiazzante per l’ispettore Dejan Lukić, il quale suo malgrado si troverà nuovamente costretto a confrontarsi con il mondo dei libri, mentre il mistero si infittisce e un improbabile caleidoscopio di personaggi si muove attorno a lui: un abile scassinatore, un pittore cieco, un agente letteraria, la sicurezza nazionale, uomini senza scrupoli e individui sfuggenti. E tutti, ma proprio tutti, sono alla frenetica ricerca del grande manoscritto, un best seller annunciato che sembra essersi volatilizzato con la sua autrice.
Il grande manoscritto dello scrittore serbo Zoran Živković è pubblicato in Italia da Tea, dopo il fortunato L’ultimo libro (Tea, 2012), prima indagine dell’ispettore Lukić.
Il mondo dei libri, i lati oscuri dell’editoria e la passione bibliofila sono temi ricorrenti dell’autore serbo, che in questo suo romanzo riesce a imbastire una trama complessa e accattivante, a tratti surreale, che accompagna il lettore nell’impalpabile viaggio attraverso la comune passione per la lettura.
La struttura del giallo è coesa e ben calibrata, e i lati oscuri della vicenda appassionano pagina dopo pagina. La scrittura di Živković è piana ed efficace, senza scossoni, ma senza mai essere banale, anzi si dimostra originale e crea una strana empatia. Descrizioni e personaggi sono dettagliate e coinvolgenti, e la narrazione in prima persona, attraverso ragionamenti e deduzioni del brillante ispettore sono una nota piacevole e degna della migliore tradizione mistery.
L’enorme successo delle vicende dell’ispettore Lukić, della sua mente analitica e geniale, e della sua sincera passione per i libri (sono decine le traduzioni nel mondo), ci fanno ben sperare per delle nuove e accattivanti indagini.
Libri che parlano di libri, un godimento per gli occhi e per la mente.
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