Viene pubblicato dalla Rizzoli, un volume dal titolo Quick. Il caso del serial killer sbagliato (Fallet Thomas Quick – Att skapa en seriemordare, 2012). E’ una seria, completa inchiesta di Hannes Råstam,  giornalista svedese di Goteborg che ha messo su carta le confessioni di Thomas Quick che può essere definito il più grande, feroce, brutale serial killer del mondo.

Il risultato di questa inchiesta può essere letto come un avvincente, angoscioso thriller.

<< Cosa penserebbe di me se le dicessi che ho fatto qualcosa di veramente brutto?>> inizia così, nel 1992 la confessione di Thomas Quick. La sua è una confessione lunghissima che dura anni partendo dalla uccisione di un ragazzino di undici anni e per i suoi crimini l’uomo è stato processato e condannato per i primi otto omicidi, ma lui ha continuato la confessione arrivando a descrivere ben trenta delitti bestiali, dove le vittime sono state sadicamente torturate, stuprate, fatte a pezzi e in alcuni casi mangiate. Veramente una serie horror continuata per anni.

Le confessioni di Thomas Quick sono state lungamente studiate, analizzate parola per parola dal giornalista che lo ha anche intervistato e qualcosa non torna in quanto mancano le prove materiali e non c’è nessun testimone che avvalori quanto il serial-killer afferma.

Nel suo racconto ci sono molte contraddizioni, ma d’altra parte ci sono particolari di cui ne erano a conoscenza solo gli inquirenti

Come risultato di questa minuziosa indagine Hannes Råstam dimostra che Quick è un abile mitomane e non un serial killer e vengono messe in dubbio le procedure investigative della polizia e i meccanismi di una giustizia fin troppo ansiosa di trovare un colpevole: anche a prezzo della verità.

Alla fine del volume restano delle domande terribili e angosciose:

- come è possibile che un uomo, pur avendo confessato crimini che non ha commesso, sia stato condannato per omicidio non una, ma ben otto volte?

- se Thomas Quick è innocente, allora il vero assasisno è in libertà e forse continua a commettere indisturbato i suoi brutali omicidi.

L’autore:

Hannes Råstam, nato a Göteborg nel 1955, è stato uno tra i più celebri giornalisti investigativi della televisione svedese. Per le sue inchieste ha ricevuto numerosi riconoscimenti, anche internazionali, tra cui il Prix Italia nel 2001. È morto il 12 gennaio 2012.

la quarta:

Nel 1992, durante una seduta di psicoterapia nel manicomio criminale di Säter, in Svezia, Thomas Quick dichiara di aver ucciso un ragazzino di undici anni. Comincia così una confessione lunga un decennio: uno dopo l’altro, Quick si attribuisce infatti oltre trenta delitti bestiali, a sfondo sessuale, durante i quali avrebbe stuprato, torturato, fatto a pezzi e mangiato le sue vittime. Qualcosa però non torna: anche se il reo confesso è in possesso di particolari riservati e noti esclusivamente agli inquirenti, che solo il vero colpevole può conoscere, mancano le prove materiali, mancano i testimoni; soprattutto, il suo racconto è pieno di contraddizioni. Le perplessità sono molte e il caso non ha mai smesso di comparire sulle prime pagine dei quotidiani svedesi ed europei: perché qualcuno dovrebbe confessare dei crimini che non ha commesso? E perché dovrebbe continuare a farlo davanti a una giuria pronta a emettere una sentenza di condanna per omicidio? Ossessionato da questa storia, Hannes Råstam si immerge per anni nelle torbide acque del caso, ripercorrendo nel dettaglio il lungo filo delle indagini: vaglia ogni interrogatorio, ogni dichiarazione, rilegge centinaia di sentenze, studia le ricostruzioni della polizia, i registri, le cartelle cliniche. Perché un dubbio lo tormenta e lo riempie d’orrore: è possibile che procuratori, medici e avvocati abbiano trasformato un malato di mente in uno dei peggiori serial killer della storia criminale?

Quick. Il caso del serial killer sbagliato di Hannes Råstam (Fallet Thomas Quick – Att skapa en seriemordare, 2012)

Traduzione Giorgio Puleo

Rizzoli, pagg 455, euro 18,00