E' bello incontrare autori così. Autori che ogni volta ti sanno stupire. Autori che non si adagiano sugli allori di un romanzo ben riuscito, ma si sfidano ogni volta, per superarsi. Autori che fanno del lettore ciò che vogliono con un'abilità e una trasparenza che lasciano senza parole.
E' bello incontrare autori come Rosario Palazzolo, che non manca mai a un appuntamento. Meticoloso, puntuale, inesorabile.
Quando mi è arrivato Cattiverìa, lo ammetto, mi ci sono avvicinata con un certo timore; da una parte la voglia irrefrenabile di scoprire il terzo romanzo di un autore che amo moltissimo, dall'altra la paura che le mie aspettative fossero deluse.
Nel giro di poche pagine la diffidenza è stata completamente spazzata via dalla meraviglia. Meraviglia per un mondo che Rosario Palazzolo costruisce passo per passo, utilizzando la lingua che più gli appartiene, e che, per quanto sgrammaticata, irregolare, imprevedibile, si trasforma in un linguaggio universale, diretto e limpido. Meraviglia per un turbine di eventi, narrati a più voci, che tassello dopo tassello compongono una vicenda mai scontata, che vira, cambia, rivoluziona nel giro di poche righe, per poi tornare a se stessa, riavvolgersi e ripartire da capo. Meraviglia per le emozioni, la partecipazione, il coinvolgimento a cui non è possibile sottrarsi, perchè Cattiverìa ti prende fino all'ultima cellula e fino all'ultima lettera.
Perchè anche quando ormai i giochi sembrano fatti, non bisogna mai abbassare la guardia: è lì che scoprirai il vero, profondo, significato del titolo.
Di cosa parla questo romanzo? Dell'impossibilità di essere, che si insinua tra le righe, che emerge ammiccante, che deflagra con violenza e che copre, come un manto, vite, personaggi, atmosfere, coscienze. Una donna ormai anziana, che racconta il suo passato; un uomo racchiuso in un manicomio, che si perde tra visioni, follia, speranze e ricordi; Carla, che è poco più che una comparsa, ma che tratteggia e definisce un intero mondo: ecco i protagonisti di questa storia. Quali sono i loro legami, come si intersecano le loro vicende lo scoprirai lasciandoti guidare, pagina dopo pagina, disponibile al volere dell'autore.
Se cerchi un romanzo tradizionale e rassicurante Cattiverìa non fa al caso tuo. Cattiverìa ti spiazza, ti fa ridere e piangere, ti spaventa e commuove, ti prende e ti usa, con forza e violenza, pretende da te attenzione e trasporto, arriva esattamente nel punto che fa più fa male e ti lascia, alla fine, svuotato e arricchito, felice e grato di aver potuto partecipare di questa meraviglia. E se le ossa un po' rotte ti dolgono per le mazzate che l'autore ti ha tirato, gioisci perchè sei stato esattamente il lettore che Rosario Palazzolo vuole per sè.
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