L’uomo con i pugni di ferro, omaggio più che dignitoso del rapper americano RZA (esordio alla regia il suo sotto l’ala protettrice di Tarantino…) a due generi che meglio di altri rappresentano, qua da noi, il cinema orientale in senso lato e nello specifico quello di Hong Kong, vale a dire il wuxia e il gongfu.
Pur se rimane difficile distinguere dove finisca l’uno e inizi l’altro giacché la strada maestra sembra quella della contaminazione tra i due generi, la resa spettacolare è aerea e granitica al tempo stesso, merito in larga parte del grande Cory Yuen in qualità di martial arts director.
Insomma, il film va, con i suoi duelli spettacolari, i suoi cattivi che fanno la fine che meritano ma anche con coloro che non lo sono ma che egualmente seguono i primi (Madam Blossom in primis…), e perfino Russell Crowe che detto così sembra entrarci in un film del genere come i cavoli a merenda, fa la sua figura nonostante l’inizio trucido dove trucida un malcapitato (è il caso di dirlo…). Mettete tutto assieme ed ecco che la pellicola assume dei connotati originali che di primo acchito nessuno gli avrebbe concesso…
Chi in fin dei conti sembra entrarci poco è proprio RZA, poco partecipe e molto attonito che buttatosi suo malgrado nella mischia causa doppia amputazione fa la figura del novizio alle prese con gente assai più smaliziata di lui…
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