Non sempre i morti riposano in pace. Alcuni si rifiutano di restare nelle tombe: vanno dal parrucchiere, escono dalle piscine, riascoltano ossessivamente vecchi dischi. Ma non si tratta di storie di zombie, bensì di uno standard del giallo classico, spesso associato a un altro standard: una serie di eventi inspiegabili, che potrebbero essere frutto dell’immaginazione del protagonista e rischiano di condurlo alla follia, alla morte o a entrambe le conclusioni. In entrambi i casi ci si muove sul filo sottile e ambiguo del fantastico, anche se - trattandosi di giallo classico, sottogenere “giallo psicologico” - la soluzione dev’essere perfettamente logica, razionale e, naturalmente, impeccabile. I lettori di gialli classici, da questo punto di vista, sono molto esigenti. Accade anche nel Giallo Mondadori del maggio 2013 Buio come una cantina chiusa, di Enrico Luceri, già vincitore nel 2008 del Premio Alberto Tedeschi per il miglior inedito con Il mio volto è uno specchio e autore del recente Le strade di sera (Hobby & Work, 2012).
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