Quattro ragazzi della periferia romana, gli anni settanta che volgono al termine, una società illusa e ferita, gli anni di piombo che pesano sugli individui, l’omicidio di Aldo Moro. Da qui prende le mosse la Brigata di Primavalle uno dei gruppi terroristici più pericolosi e spietati di quegli anni, un gruppo che non affiliandosi alle Brigate Rosse costituiva un vero e proprio manipolo di cani sciolti, che avevano la loro scaturigine più che in vere e proprie ideologie politiche in un disagio emotivo e sociale.
La compagna P38 è un romanzo di Dario Morgante (scrittore e sceneggiatore), che viene pubblicato in seconda edizione da Red Star Press (prima edizione Newton & Compton, 2007). Si tratta di un romanzo accattivante e ben riuscito, che partendo da dati e riferimenti storici e di cronaca, ricostruisce l’ascesa e la caduta della Brigata Primavalle nel periodo 1978-1982, e così imbastisce una vicenda che oltre a narrare l’evolversi traumatico e doloroso di quegli anni, disegna anche il vissuto personale del protagonista e attraverso di questo forse il disilluso progredire della coscienza di un’intera generazione.
La scrittura di Morgante è ben calibrata ed efficace, l’uso intimistico della prima persona e un linguaggio secco e tagliente favoriscono un’immediata percezione e coinvolgimento nella narrazione.
I personaggi sono ben delineati e strutturati e il fluire degli accadimenti e ben scandito e dinamico. Ulteriore nota positiva la ricostruzione attenta e coinvolgente di quegli anni, di quella società, di quell’atmosfera pesante e greve, da Pippo Baudo, a Heather Parisi, dai Mondiali di Calcio a Rino Gaetano, fino ai lutti, al sangue, alla morte che provocarono, mascherandosi e nascondendosi dietro ideali e convinzioni, che mai potranno giustificare o attenuare il dolore causato.
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