È un giorno triste per Nicolas Lash, quello in cui assiste al funerale del suo padrino Dominic “Hank” Raines, ma ben presto scopre che quello che considerava come un parente aveva molti segreti che ha scelto di portare con sé nella tomba.

Malgrado un editore di New York offra una cifra considerevole, nessuno sa dove Raines abbia nascosto Il lato perdente dell’eternità, il libro che ha scritto nel 1957 e che non ha potuto pubblicare, vista la scabrosità dell’argomento. Quando Lash viene avvicinato da una misteriosa ed affascinante donna che si presenta solo come Jo, immagina che si tratti ancora dei segreti della criminalità che il vecchio Raines aveva conosciuto negli anni Cinquanta. Non sa che ha torto e ragione allo stesso tempo.

Lash vuole capire chi è stato veramente Hank Raines, e sta leggendo di nascosto il suo libro proprio per questo. Ma ci sono cose che non sembrano trovare una spiegazione chiara, come la femme fatale che Raines conosce negli anni Cinquanta, una donna misteriosa di nome Jo; i seguaci di una sanguinaria setta segreta che promette morte e distruzione; i riti occulti e terribili che sembrano risvegliare un’entità da romanzo pulp... Ma soprattutto la traduzione pericolosa di una pergamena ancora più pericolosa. Come spiegare tutto questo? Lash oggi e Raines ieri, in entrambi i casi accompagnati da Jo, vivono parallelamente una storia assolutamente impossibile da catalogare.

    

Quando si parla di Ed Brubaker si pensa subito a storie nerissime di crimine e violenza, di vicoli bui ed eroi tormentati. Si pensa a serie di grande successo come Criminal e Incognito, ma anche a storie da galera come quella in cui Devil, Kingpin, Bullseye e il Punisher si ritrovano tutti nella stessa prigione. Insomma, in una parola Brubaker è l’essenza stessa del pulp, e in questo assolutamente La morte alle costole - prima puntata della serie Fatale - troviamo omaggi di qualità ad ogni aspetto della letteratura d’intrattenimento.

Dal war movie con i nazisti sfrenati all’horror lovecraftiano con le divinità mostruose e tentacolari; dal crime anni Cinquanta alla narrazione in cui passato e presente si fondono; dal noir al paranormale più spaventoso. Passando ovviamente per gli pseudobiblia tanto amati dagli autori dei racconti pulp degli anni Trenta.

Tutto questo è il Brubaker di Fatale: un abile cuoco che sa usare gli ingredienti più disparati e all’apparenza difficilmente abbinabili per creare un piatto di prima scelta, che stupisce ed appassiona. Non è una lettura d’intrattenimento, ma di grande impatto e forza emotiva.

Dall’altro lato, però, è anche un grande omaggio a tutte quelle narrative di genere a cui si sono dedicati i grandi scrittori del passato.

Non resta che la domanda tipica della narrativa pulp: cosa accadrà nel prossimo episodio?