Parmy Olson è l’unica giornalista ad avere incontrato faccia a faccia due dei leaders e ad avere avuto la loro piena collaborazione. Ora racconta tutto, come in un romanzo.

Infatti dopo un lungo periodo di studio del fenomeno, aver intervistato molti hacker e aver incontrato due “veri” componenti di quella non-organizzazione conosciuta ormai in tutto il mondo come Anonymous, ha scritto un libro in cui spiega e racconta questo fenomeno. Un servizio giornalistico che si legge come un intrigante thriller.

Il libro dal titolo Noi siamo Anonymous (We Are Anonymous, 2012) è un resoconto molto dettagliato della attività dei misteriosi componenti di Anonymous e la stessa giornalista ha scritto che è stato molto difficile  trovare le fonti più reali, trovare gli hacker che vi facevano parte e scartare chi invece si vantava senza averne motivo.

Molto interessante la storia di Aaron Barr un ex-militare, esperto in crittografia che lavorando in una società che vendeva sistemi di sicurezza informatici, con falso nome cercò di entrare in contatto con alcune persone che sicuramente  erano degli “Anonymous”.

La sua identità e i suoi obiettivi vengono ben presto scoperti e la punizione di Anonymous è veramente pesante in quanto, siamo nel febbraio del 2011, gli hacker trovano la sua password, si impossessano di tutte le e-mail inviate e ricevute, gli bloccano tutti i contatti e gli account di Twitter, Iphone. Insomma lui e la sua ditta restano “mute” per lungo tempo e la sua immagine, il numero di previdenza sociale e molto altro viene messo in rete. Insomma una azione devastante.

Ma Aaron Barr e la sua società non è stata la sola vittima, prima Anonymous aveva attaccato quella organizzazione pseudo scientifica conosciuta come Scientology e avevano colpito il loro fautore più conosciuto: Tom Cruise, poi erano state colpite società mondiali come la Sony, la Fox e i sistemi informatici della Mastercard, Paypal e molti altri.

La vita di questi hascker celata al mondo, è fatta di mistero e menzogne; quando sono in contatto non parlano mai di chi sono e di dove si trovano, poi ogni tanto uno di loro viene scoperto e arrestato dall’FBI, come nel caso di Hector “Sabu” Montsegur che vive a New York. Sabu pur di evitare la prigione diventa un collaboratore della polizia e questo porterà poi all’arresto di altri appartenenti ad Anonymous. Ma non è certo la fine di questa non-organizzazione.

L’autore:

Parmy Olson vive a Londra ed è caporedattore di Forbes.

Noi siamo Anonymous è il suo primo libro. E’ un bestseller internazionale.

la quarta:

Spalle larghe, capelli a spazzola e sguardo fiero, Aaron Barr è stato un militare, esperto di crittografia e sistemi informatici. Adesso si è messo in proprio e vende i suoi servizi come esperto di sistemi di sicurezza al governo. Ultimamente, per farsi un nome, ha anche deciso di far meglio dell’Fbi nel risalire a un gruppo di hackeristi, chiamati Anonymous. Con uno pseudonimo, è entrato in contatto con alcuni di loro: Topiary, Sabu, Kayla. Una domenica di febbraio del 2011, a poche ore dalla finale del Super Bowl, Barr nota che il suo Iphone è stranamente silenzioso da un po’. Da troppo. Quello che scopre un attimo dopo, cambierà tutto. La sua mail è bloccata. Twitter pure. Il suo pensiero corre alle centinaia di file riservatissimi dell’Fbi, del Dipartimento della difesa e di grosse banche che ha in custodia, e che ora che stanno per essere rubati.

Anonymous lo ha scoperto. Quella è la sua vendetta.

Sono i “cyber-insorgenti”, giovanissimi anarchici della rete che hanno messo sottosopra Internet e minacciato la sicurezza delle principali istituzioni politiche, economiche e militari di tutto il mondo. Sono imprendibili ed estremamente organizzati. La maschera di Anonymus è il loro volto; il loro nome - LulzSec - significa “prendersi gioco della sicurezza”.

Noi siamo Anonymous di Parmy Olson (We Are Anonymous, 2012)

Traduzione Sara Puggioni

Edizioni Piemme, collana True Piemme, pagg. 500, euro 19,00