– Sì, lo so. La prima volta che l’ho letto ha fatto anche a me questo effetto, una vera bufala, non è vero?
– Esattamente. Questo è un articolo del 2003, se non sbaglio. Perfino noi ce ne siamo occupati. Ma era tutta una finta. L’unica cosa illegale erano i filmati venduti su internet a caro prezzo, questo sì, di fantomatiche battute di caccia mai realizzate e ricostruite appositamente sul set. Un divertimento piuttosto innocuo mi pare. Niente di tanto terribile.
– Già. Così sembrava. Fino a che non abbiamo rinvenuto i primi cadaveri, ricoperti da segni evidenti di proiettili a vernice rossa, di quelli che usano per il Paintball. Ti dice niente?
– No. Non mi dice niente, e soprattutto non vedo cosa c’entri questo con me. E tanto meno con il Cancelliere.
– Davvero, Sal? Davvero non ti dice niente? Pare che in alcuni casi usino anche proiettili veri. Che si possano realizzare vere e proprie battute di caccia con snuffing movie. Che si possa scegliere su un catalogo appositi cloni della donna che si vuole. Fornendo delle fotografie ti realizzano delle vere e proprie controfigure: pensaci, Sal, ne hanno di tutti i colori... bionde, more, rosse…
Un campanello di allarme cominciò a trillare in un angolo della mente di Sal. Rossi, capelli rossi... Se Daria aveva una cosa di cui andava fiera erano i suoi capelli rosso tiziano...
– Così, quello che stai sorvegliando sarebbe un “reclutatore”?
– Già. Un reclutatore in piena regola. Promette ingaggi favolosi, sogni di gloria e luci della ribalta, e invece avvia le sue vittime a un giro di alta prostituzione. Ci sono clienti che pagano per abbattere le prede e si limitano alle foto e ai filmini di repertorio. Clienti che invece dopo pretendono di portarsi la preda abbattuta in camera e di poterci fare quello che vogliono senza limiti e censure. E altri che infine pagano profumatamente per il piacere estremo di organizzare una vera e propria carneficina con proiettili veri, l’ebbrezza del sangue e il gusto estremo di uccidere la vittima agonizzante all’arma bianca. Un divertimento che nel complesso frutta un business di centinaia di milioni di dollari, esentasse. Nemmeno il traffico di stupefacenti potrebbe reggere il confronto.
– E tu dici che le ragazze si lasciano convincere?
– Sai come succede, Sal. Alcune sì, altre no. Ma basta un appuntamento per un colloquio di lavoro, una serata allo Zoe, qualche pillola nel bicchiere, e chi non si è lasciata convincere viene portata via incosciente.
– Perché hai nominato proprio lo Zoe?
– Indagini di routine, vecchio mio. Non prendertela.
– E si tratta di un pericolo reale, tu dici?
– Abbiamo denunce di ragazze scomparse in tutta Europa, nessuna americana. Preferiscono lavorare con materiale estero. I cadaveri rinvenuti erano massacrati, pare che le usino per molte cacce, prima di utilizzarle per lo snuffing. Tutte belle ragazze, sai, bionde, more, rosse...
Sal represse un brivido, sbuffando.
– Ho capito, Domenico, ho capito. Il messaggio è arrivato forte e chiaro. Bionde, more o rosse. E Daria è rossa, proprio come Clotilde. Chiaro come il sole.
– Non vorrei mai che ti capitasse di nuovo, Sal.
– Sciocchezze. Con Daria è diverso. Non c’è stato niente di importante tra noi. Davvero.
– Ne sei sicuro? Le mie fonti dicono diversamente.
– E va bene, siamo usciti insieme qualche volta. Siamo stati bene, ma poi è finito tutto. Decisione sua.
– Ha forse saputo di Cloe?
Sal chinò il capo, fissando il pavimento. Trascorse quasi un minuto prima che riuscisse a rispondere.
– Sì, ha trovato la sua foto nel mio portafogli.
– E ha pensato che tu stessi con lei solo perché somigliava tanto a Cloe, non è così?
– Non è facile da tollerare.
– No che non lo è. E tu avresti dovuto dirglielo. È normale che ora stia cercando di fartela pagare, ma pensaci: se ti sbandiera tutti questi uomini sotto il naso, vuol dire che a te ci tiene. Non sei tu che le hai procurato questo incarico?
– Cosa vuoi che sia. È solo un lavoro.
– Interprete personale del Cancelliere Konrad Schröder me lo chiami solo un lavoro, tu?
– Per lei lo è. Non sembra particolarmente eccitata da quest’incarico. Né particolarmente grata.
– Sciocchezze. È solo arrabbiata. Tutto qui.
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