Tutti gli autori sanno quanto sia difficile, dopo il grande successo dell’opera prima, tenere alto il livello e non deludere le aspettative dei lettori. L’ingegner Costantini ci è riuscito pienamente con
il secondo volume della trilogia con protagonista il commissario Balistreri.
Impossibile, anche volendo, riassumere la trama, tanto è ricca di vicende e di personaggi. Un romanzo diviso in due parti, complesso e “multistrato”: saga familiare, romanzo storico sulla presenza e poi la cacciata degli italiani in Libia da parte del regime di Gheddafi, ricostruzione più che plausibile delle vicende politiche, sociali degli anni ’80 in Italia, infine poliziesco che inizia alla fine degli anni ’60 in Libia e termina a Roma. Già questi elementi sarebbero sufficienti per acclarare il valore del romanzo. E’ indimenticabile la figura di Michele Balistreri, ambiguo e affascinante a causa dei frequenti sconfinamenti fra Bene e Male. Ragazzo intelligente e violento in Africa ma tuttavia alla ricerca di verità e giustizia, dai grandi affetti e dagli odi implacabili, fino al suo approdo fortunoso in Italia. Poi l’ambientazione cambia e ritroviamo all’inizio degli anni ’80 il commissario Balisteri poco più che trentenne operare nella Roma.
La seconda parte di Alle radici del male si salda al primo romanzo, Tu sei il male, iniziando proprio dalla fine del primo. Balistreri inizierà un’inchiesta per omicidio di una ragazza in modo indolente, nel corso delle indagini scoprirà un legame che lega questo omicidio romano a due uccisioni di donne avvenute vicino alla sua villa a Tripoli. Alla fine si troverà a ricredersi sulle persone e a chiudere i conti con il passato ed in particolare con il padre.
Alle radici del male è un romanzo corale, pieno di personaggi ben delineati e perfettamente credibili nelle loro azioni. Trama senza sbavature o eccessi allunico scopo di far colpo sul lettore, stile asciutto e scorrevole.
Settecento pagine che si leggono d’un fiato e con grande piacere.
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