- La fine di tutti i commercialisti - sospirò Lavermicocca, alias Von Strozzein. - Sono diventato miliardario. Mi sono comprato la cittadinanza delle Maldive e mo’ il fisco di qua non mi può fare più niente. Ero tornato col mio aereo privato per sistemare delle vecchie fatture della povera Magda. Purtroppo, quando sono entrato in casa, era troppo tardi. Ho telefonato io per segnalare l’omicidio.

Il sostituto procuratore Ciaccia si accigliò: - Con le vostre conoscenze nell’ambiente, potevate avvertire qualche televisione più importante, che ne so, la CNN...

L’ex commercialista gli fece cenno di tacere, si piazzò ai piedi della scalinata e disse con tono deciso e nel contempo pieno di rispetto: - Madame Swinson, siamo tutti pronti per girare qui, aspettiamo solo voi!

La voce della Swinson giunse da auree altezze. Era un incrocio tra Sophia Loren e una cassiera di bar periferico: - E chi se la sente di muovere ‘sta cazzo di trippa dopo tutta quella pasta all’uovo!

Lavermicocca ammiccò a Ciaccia, Masciopinto e Ventrella, invitando il cameraman a puntare l’obbiettivo verso l’alto: - Sono certo che ce la farete, Madame Swinson. Nessuno ha più mosso la trippa come voi dopo Salomé!

La Swinson apparve in cima alla scalinata. La sua mole non aveva nulla da invidiare a quella di una statua marmorea prima della scultura, quando la misura del blocco era unica. Ogni passo giù per i gradini era un boato che provocava movimenti sussultori tra quelle mura avite. Ma mentre scendeva il suo volto si deformava grottescamente. Alla fine si precipitò verso Masciopinto e Ventrella, che arretrarono per prudenza.

- All’anima vostra e di quanti ne stracciatenéte! - esclamò senza doppiaggio Maria Carmela Scopece, in arte Magda Swinson. - Siete cecati?! S’ho messo apposta li pattini all’ingresso! M’avete fatto a munnezza tutta quanta la casa!

Masciopinto, ritrovata la compostezza che si addiceva alla sua carica, la ammanettò, smettendola con le finzioni: - È più pulita della cella che ti aspetta, assassina!

La Swinson svenne tra le braccia di Ventrella.

- All’anima, quanto pesa! - mugolò il poveraccio. - Qua mi piglio un’ernia a disco.

- Non disperate - replicò il sostituto Ciaccia. - Vi riconosceranno la causa di servizio.

© 2012 Enzo Verrengia