Oggi in prima serata su Rai2 va in onda uno dei più curiosi esperimenti cinematografici degli ultimi anni: “I mercenari” (The Expendables, 2010), scritto e diretto da Sylvester Stallone che, per l’occasione, ha voluto accanto a sé il meglio degli attori d’azione sul mercato. Dalle nuove leve come Jason Statham a glorie d’annata come Dolph Lundgren; da vere star del ring come Randy Couture e Steve Austin ad eroi del cinema marziale come Jet Li e Gary Daniels.
Visto che tutti questi personaggi si presentano esperti nell’utilizzare vari tipi di armi, abbiamo chiesto ad un vero appassionato di armi - Ernesto Castiglioni - di commentare il modo in cui questi celebri attori rendono su schermo l’uso di armi.
Da appassionato di armi, nonché modesto tiratore dinamico, guardo da sempre, con un occhio particolare alle armi ed al loro utilizzo, i film d’azione come I mercenari.
Raramente, dal punto di vista dell’impiego, negli action movie si vedono armi usate in modo corretto. In questo tipo di pellicole di armi se ne vedono parecchie, anche esotiche o rare, e sono tutte molto realistiche e ben funzionanti: è però il loro maneggio ed uso che lasciano a volte delusi.
Ne I mercenari vediamo in uso parecchie pistole. Nelle mani del protagonista Sylvester Stallone troviamo tanto una Beretta 92FS (fig. 1) calibro 9 parabellum quanto Beretta 92G Elite A1 calibro 9 parabellum, così come una sempre valida Colt 1873 CAA (fig. 2) Peacemaker custom in calibro. 45 Colt - con canna compensata e priva di mirino! (che non si usavano nel vecchio West)
Un po’ tutti utilizzano Glock 17 (fig. 3) e 26 in calibro 9 parabellum, così come troviamo impiegate Kimber Gold Combat II customizzata in calibro. 45acp, 2 Colt 1911 A1 custom compensate sempre in calibro. 45acp, H&K P9S e USP(Fig.4), Browning HiPower e Sig P228 (Fig. 5), tutte in calibro 9 parabellum.
Non manca poi una lunga serie di armi lunghe, dai sempre presenti AKM e Type 56 (copia cinese AKM), H&K MP5 in varie versioni, Brügger & Thomet MP-9, FN P90TR, FN F2000 Tactical, Noveske Rifleworks Diplomat (M4), poi qualche shogun tipo i Saiga 12 e l’AA12 (Fig. 6).
Di tutte queste armi sono molto ben resi funzionamento e ciclo di fuoco, ma il film si perde proprio nel maneggio: nel modo cioè in cui gli attori impugnano le armi. Le pistole per esempio sono tenute a due mani, con un’improbabile mano debole che va a sorreggere da sotto l’impugnatura, invece di avvolgerla andando a colmare i vuoti lasciati dalla mano forte.
Altro errore comune a tutti i film è l’errato modo di tirare il grilletto, ponendovi la seconda falange dell’indice invece di usare la prima parte del polpastrello, così come quello di tenere da subito il dito sul grilletto rischiando così di sparare a casaccio, o peggio ancora di spararsi addosso.
Jet Li appare invece più a suo agio con le armi vere, impugnatura e dito sul grilletto nei tempi e modi corretti lo rendono più realistico.
Nell’uso tattico si notano sempre utilizzi alquanto disinvolti, soprattutto nei momenti di Team CBQ (close quarter combat), con armi puntate su chi è davanti o peggio quando si vedono sparare simultaneamente gli attori posti in posizioni arretrate.
Queste sono ovviamente finezze che saltano all’occhio di chi maneggia armi vere, ma che nulla tolgono al divertimento che questi film, che guardo da sempre e che regalano ottime battute e tanto rumore.
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