Scritto dieci anni dopo L’estate della paura (Gargoyle 2006), arriva oggi in libreria L’inverno della paura (A Winter Haunting, 2002) di Dan Simmons, targato anche questa volta Gargoyle.
Quarantuno anni dopo che ero morto, nel corso di un inverno molto rigido, il mio amico Dale tornò alla fattoria dove ero stato assassinato […] Non sono uno spettro, e non so niente dell’aldilà. Quando ero vivo, non credevo nei fantasmi, nel Paradiso, in Dio o nel fatto che lo spirito possa sopravvivere alla morte per andare incontro alla resurrezione o alla reincarnazione e continuo tuttora a non crederci. Se dovessi descrivere il mio stato d’animo esistenziale attuale, direi che sono una ciste di memoria.
Lo scrittore Dale Stewart torna dopo più di quarant’anni nella natia Elm Haven, cittadina rurale dell’Illinois. L’uomo, oppresso da recenti vicissitudini che lo hanno spinto a tentare il suicidio, ha deciso di trasferirsi a vivere per un periodo nella fatiscente fattoria dei McBride, dove l’amico fraterno Duane, morto in circostanze inquietanti a soli undici anni, viveva col padre. È come se Dale volesse trarre da quella dimora familiare la linfa necessaria per riprendere la stesura di un romanzo che racconta della memorabile estate del 1960. L’uomo è convinto che concentrarsi sul passato gli permetterà di non soccombere alla devastazione del presente, non immaginando quanto tale aspettativa risulterà errata. Verrà infatti catapultato in un vortice di circostanze sconvolgenti, fra mastodontici cani feroci, minacciosi skinhead, messaggi criptici sul computer...
Un’antica entità maligna è tornata a manifestarsi in tutto il suo orrore.
L’inverno della paura è un rebus ad alta tensione intellettuale sul male, ma se ne L’estate della paura il male risiedeva all’esterno dei personaggi, qui il male si annida al loro interno, amplificato dai fantasmi che ognuno si porta dentro.
Molto più che un horror, L’inverno della paura è un romanzo sulla follia, sul disfacimento dovuto alla disperazione, ma anche sull’opportunità di rinascita che ciascuno di noi può dare a se stesso.
Nato a Peoria (Illinois) nel 1948, Dan Simmons pubblica il suo primo romanzo, dopo diciotto anni d’insegnamento (Il canto di Kali, World Fantasy Award, 1986). Inizia, così, una lunga e prolifica carriera di scrittore bestseller, pluritradotto e pluripremiato (due World Fantasy Award, diversi British Fantasy e Sci-Fi Award, quattro Bram Stoker Award, e il prestigioso National Phi Beta Kappa Award, per la sua duplice attività di scrittore e giornalista).
Autore di difficile collocazione all’interno delle etichette letterarie, Simmons si cimenta con esiti sorprendenti nei generi più diversi, dall’horror de L’estate della paura, L’inverno della paura e Danza macabra, tutti pubblicati da Gargoyle, alla Sci-Fi de I Canti di Hyperion e del ciclo mitologico di Ilium, dal giallo-mystery di Drood (omaggio all’ultimo incompiuto di Dickens) fino al hardboiled-thriller della Trilogia di Joe Kurtz.
L’inverno della paura di Dan Simmons (Gargoyle - Collana Pocket), 361 pagine, euro 9,90 - EAN 9788889541722 - Traduzione di Annarita Guarnieri
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