Ben Truman ha solo 24 anni ma è già il capo della polizia di Versailles una tranquilla cittadina vacanziera del Maine, Ben ha ereditato il posto da suo padre a sua volta capo della polizia e il lavoro non si presenta arduo, una tranquilla routine di attempati residenti e tranquilli vacanzieri, ma la monotonia e la routine esistono sono per essere rotte, per andare in pezzi e anche questa volta la regola non farà eccezione. Il corpo di Robert Danziger, noto procuratore distrettuale, viene rinvenuto in una casa sul lago, il caso seppure inaspettato sembra già avviato verso la sua soluzione, il procuratore indagava su traffici di droga nella vicina Boston, tutto può seguire la sua strada tristemente segnata, ma il giovane Truman commette l’errore di porsi delle domande e di non accontentarsi di risposte troppo semplici, il tutto in un ambiente che si dimostra ostile e omertoso, lasciando trapelare un’inaspettata e oscura verità.
Morte di uno sbirro di William Landay è pubblicato in Italia da timeCRIME (costola Fanucci dedicata al crime), si tratta del romanzo di esordio dell’autore americano (in Italia il secondo a essere pubblicato dopo lo splendido In difesa di Jacob, timeCRIME, 2011) e della sua contemporanea consacrazione narrativa. Il romanzo, infatti, ha riscosso un enorme successo di critica e pubblico, ha conquistato numerosi e prestigiosi premi e i suoi diritti per una trasposizione cinematografica e per la traduzione all’estero sono stati venduti a caro presso, il successo e le capacità dell’autore sono state poi confermate dal successivo romanzo.
In questa sua prima opera Landay dà subito prova della sua incredibile capacità di strutturazione narrativa, descrivendo una vicenda e imbastendo un plot ricco di colpi di scena inaspettati e originali, le convinzioni del lettore si dimostrano in ogni attimo un fragile castello di carta pronto a cadere rovinosamente sotto l’inventiva dell’autore.
La scrittura è dinamica ed efficace, intensa e decisa, trasuda adrenalina e ritmo incalzante, la lettura procede veloce fino a divenire ossessiva, i dialoghi taglienti, ritmati e secchi sono perfettamente inseriti e coerenti nella vicenda, sono un meraviglioso stratagemma narrativo per descrivere, meglio di qualsiasi lunga e pesante narrazione, uomini e vicende, sentimenti e stati d’animo, insidie e crudeltà.
Siamo di fronte a un autore che fin dal primo romanzo ha fatto capire di che pasta è fatto. Una dimostrazione di talento puro. Uno splendido romanzo da leggere con passione.
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