È stato detto che “La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai generali” (Georges Clémenceau).
E allora? E allora che a farla siano Romeo (Jérémie Elkaïm) e Juliette (proprio così, e i primi a non crederci sono proprio loro…), una festa, un incontro, un colpo di fulmine e via, insieme per sempre.
Se nel film la guerra dichiarata è quella all’Iraq del 2003, quella combattuta dai Nostri nella pellicola di Valérie Donzelli (Juliette) è quella molto più privata e infinitamente meno sanguinosa per strappare il figlioletto a un cancro che rischia di portarselo via.
La guerra è dichiarata sembra un qualcosa di già visto, già sentito, ma così non è: punto di vista rigorosamente adulto (il bambino è una presenza importante ma in qualche modo periferica…), disperazione, rabbia, ma anche jogging insieme e tante, tante (forse troppe…) sigarette fumate così, con la spensieratezza di chi affronta la vita come certezza e la morte come lontana probabilità…
Un film quasi inclassificabile, un cancer movie molto sui generis, il ritratto di un servizio sanitario che funziona, una commedia romantica con un intoppo dentro, un inno alla vita, all’energia, al non arrendersi mai (ma proprio mai…).
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