In seguito alle reazioni entusiastiche dei lettori suscitate dai volumi della saga texiana a colori allegati al quotidiano La Repubblica e al settimanale L'Espresso, la Sergio Bonelli Editore ha presentato Color Tex.
Questa nuova collana sarà formata da albi brossurati che usciranno a cadenza annuale nelle edicole italiane nel mese di agosto e conterranno un'unica lunga avventura originale e colorata del più famoso personaggio di casa Bonelli.
Il primo numero di questa nuova testata, uscito il 5 agosto 2011, dal titolo E venne il giorno è incentrato sulla figura di Kit Carson, che anche quando non presente fisicamente incombe sulla trama e ne è il protagonista assoluto, e sul rapporto che ha con Tex e gli atri pards.
Di questo personaggio si sottolinea, grazie ad una sceneggiatura di Mauro Boselli che mette in risalto la psiche dei personaggi principali così come di quelli secondari, come poche altre volte è avvenuto nelle avventure del ranger bonelliano, oltre che una grande predilezione per l'azione, che lo ha fatto apprezzare ed ammirare da numerose generazioni di appassionati di fumetti, un insolito e particolarissimo lato umano.
Molto interessante, sia dal punto di vista grafico che della trama, è inoltre il consueto flashback che lega le vicende dei pards nel presente ad eventi del passato dei personaggi principali che si vede nelle prime venti tavole dell'albo e che serve a dare il la alla vicenda narrata.
Parlando degli autori che hanno collaborato a questo volume, professionisti di punta della casa editrice milanese e quanto di meglio il panorama del fumetto italiano può offrire, possiamo affermare che la sceneggiatura di Mauro Boselli fatta di testi veloci e battute a effetto è resa alla perfezione dal tratto pulito, dinamico e molto dettagliato di Bruno Brindisi.
Il tutto è arricchito da una copertina dipinta del sempre più bravo Claudio Villa.
Per quanto riguarda la colorazione, punto focale di questa nuova pubblicazione, è essenziale, non invadente, adatta al tipo di testata e, soprattutto, al personaggio.
A mio avviso però le critiche mosse da molti appassionati e professionisti del settore sono legittime.
L'uso del colore è infatti troppo semplicistico e approssimativo.
Si sarebbe potuto e dovuto lavorare su giochi di luce e d’ombra e sui numerosi effetti cromatici che avrebbero permesso una colorazione meno piatta, rendendo la storia più piacevole per i fans di lunga data della testata e più appetibile per i fruitori occasionali del personaggio che grazie a questi artifici grafici sarebbero stati maggiormente invogliati ad avvicinarsi a questo pilastro del fumetto italiano.
Alla luce di quanto scritto possiamo dunque affermare, senza paura di smentite, che questo volume, molto particolare per quanto riguarda disegni e sceneggiatura, sia una lettura obbligatoria per tutti gli appassionati di Tex Willer ma un'occasione persa da parte di Bonelli per permettere a nuovi lettori, poco avvezzi al fumetto in bianco e nero, di familiarizzare con il personaggio.
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