Dopo una lunga malattia respiratoria pochi giorni fa si è spenta Laura Grimaldi che tanto ha fatto, e quasi tutto in sordina, per la narrativa di genere italiana, dapprima come traduttrice di grandi nomi quali John Dickson Carr, Raymond Chandler, Agatha Christie, Philip K. Dick, Thomas Harris, Ernest Hemingway, Ellery Queen, Rex Stout, Scott Turow e successivamente come direttrice delle collane Giallo Mondadori, Segretissimo e Urania.
Nessuno ha ricordato però che è stata anche la fondatrice de I Romanzi Mondadori, collana romance che ad oggi rilascia in edicola da otto a dieci titoli al mese che emozionano decine di migliaia di lettrici. Ad aprile a Milano è stato festeggiato il numero 1000 della serie Classic dedicata ai romanzi storici con l’uscita di una antologia Il Falco e la Rosa scritta dalle autrici italiane che la stessa Laura Grimaldi aveva fortissimamente voluto.
Da lettrice di romanzi rosa, da appassionata collezionista che può annoverare tra i suoi volumi l’edizione originale e intonsa di Capelli di Luna di Miriam Formenti, con il nome di Laura Grimaldi come direttore Responsabile, mi sono permessa di chiedere alle firme storiche del romance italiano di alzare il sipario su questo aspetto del tutto ignorato della carriera di questa donna che ha cambiato in maniera epocale il modo di proporre la narrativa rendendola fruibile a tutti.
Mariangela Camocardi. Proprio quest’anno la Camocardi ha festeggiato il 25° anno di carriera
http://www.mariangelacamocardi.net
Conservo gelosamente la lettera che Laura Grimaldi mi spedì sei mesi dopo averle inviato il manoscritto di Nina, il mio romanzo di esordio. Mi comunicava che la storia le era piaciuta e mi chiedeva un incontro in Mondadori per accordarci su quello che sarebbe stato il primo contratto del mio primo libro. Un grande sogno che si realizzava, e di cui sarò sempre grata a Laura Grimaldi, definita la Signora del giallo. Mi trovai di fronte una bella donna dall’aspetto distinto, ma ciò che mi colpì fu lo sguardo acuto e umanissimo quando, con il cuore in gola, fui ricevuta da lei a Segrate. Si complimentò con me cercando di sciogliere l’emozione che provavo. Confesso che ero in ansia per l’uso della punteggiatura, più che per i personaggi e l’intreccio, e glielo dissi con un po’ di imbarazzo. Avevo abbandonato da anni i testi scolastici e credo che pubblicare qualcosa di nostro per la prima volta generi questo genere di insicurezze. Laura Grimaldi mi rassicurò con una frase che conservo tuttora nella memoria:
«Signora Camocardi» disse «ciò che conta sono le idee e per le virgole, se e quando occorresse sistemarle, ci sono le persone preposte a farlo».
Inutile sottolineare che tali parole furono di enorme incentivo non solo per scrivere il secondo romanzo, ma nell’indurmi a ripassare le regole grammaticali. Fu ancora lei a cambiare il titolo in Nina del Tricolore: proprio quell’anno Reggio Emilia e Parma si contendevano la paternità della nostra bandiera, e dato che il romanzo era ambientato nel Risorgimento lei ne seppe approfittare con il fiuto dell’Editor di razza.
Grazie, Laura Grimaldi, per aver creduto in me, per avermi dato l’opportunità di pubblicare con una casa editrice come la Mondadori e soprattutto per avermi permesso di imboccare la strada della narrativa e di un mestiere che ancora adesso mi fa sentire una privilegiata.
Miriam Formenti. Tornata a pubblicare per la collana l’anno scorso con un grande successo di pubblico
http://miriamformenti.altervista.org/
Laura Grimaldi ha fatto tante cose nei suoi ottantacinque anni di vita: è stata scrittrice, traduttrice, editor. Io ho avuto la fortuna di conoscerla nel lontano 1988, quando era editor della collana “I Romanzi Mondadori”, e non dimenticherò mai le sue maniere amichevoli e professionali allo stesso tempo.
Ricordo un particolare che mi colpì moltissimo: dopo un paio di mesi dall’invio del mio primo romance storico, lei mi scrisse un gentile biglietto personale, che ancora conservo, in cui mi invitava a telefonarle o scriverle, poiché desiderava conoscermi.
Ovviamente chiamai immediatamente e lei mi diede un appuntamento. La mia non fu una visita breve. Con una tazza di caffè fra le mani chiacchierammo amichevolmente di lavoro e di famiglia per almeno un paio d’ore, e quando lasciai il suo ufficio non solo avevo la promessa di un contratto ma anche la felice sensazione di aver trovato una nuova amica.
Ecco, questo era il modo di proporsi di una gran signora affermata nei confronti di una giovane autrice ancora molto timida. Un modo indimenticabile.
Maria Masella. Autrice di svariati romance e di oltre 50 tra gialli, noir e racconti
Laura Grimaldi: mi basta il suo nome per ritornare indietro, al mio esordio come scrittrice.
1986: partecipo al Mystfest con un racconto di spionaggio, senza coltivare grandi speranze... tanto da dimenticare di allegare la busta chiusa con i miei dati. Nella posta di Lady Spia trovo il messaggio che cercano l’autore del racconto “Una donna comune”, mi faccio coraggio e telefono chiedendo di parlare con la redazione.
Chi mi passano se non lei, la MITICA editor? Devo aver balbettato, ma lei è stata di una gentilezza eccezionale: avrebbero pubblicato il racconto anche se non potevano premiarlo perché privo dei miei dati. Se non fossi già stata nel pallone mi ci avrebbe spedita la richiesta seguente: voleva conoscermi di persona.
Viaggetto a Segrate, approfittando del mio giorno libero, con un’emozione che non può immaginare chi comincia a scrivere oggi. Niente internet, niente blog, per comunicare con un editore si cercava l’indirizzo sull’elenco telefonico!
Ed è proprio lei ad accogliermi, gentile e concreta. Lei a dirmi di continuare, perché «scrivo bene, in modo personale e vero». Continuo a scrivere e a fornire racconti a Segretissimo, ma non seguo il suo consiglio di dedicarmi alla scrittura a tempo pieno.
L’ho sentita l’ultima volta nel 1989, quando mi ha telefonato per chiedermi se avevo voglia di scrivere un racconto per il centenario della rivoluzione francese.
Ed è stata in quell’occasione che mi ha detto quello che ripeto spesso ai giovani scrittori e alle giovani scrittrici: «Anche il più grande scrittore è stato un esordiente, non c’è da vergognarsi».
In questa frase c’è lei, Laura Grimaldi, editor, scrittrice e donna vera.
Marzio Biancolino. Attuale editor della collana I Romanzi Mondadori
Effettivamente il nome di Laura Grimaldi evoca soprattutto la narrativa di genere giallo, o di spionaggio, e a ben pochi, o forse nessuno, verrebbe da associarlo anche ai cosiddetti romanzi rosa.
Eppure fu proprio lei, nel lontano aprile 1979, già direttrice del “Giallo”, di “Urania” e di “Segretissimo”, ad avere l’intuizione che in edicola potesse esserci posto anche per filiazioni narrative di largo consumo che si rifacessero alla nostrana Liala o a Jane Austen. Partirono in sordina i nostri “Romanzi Mondadori”, timidamente, fra colossi quali al tempo della televisione in bianco e nero erano il “Giallo Mondadori” e “Urania”, ma diedero la stura a un filone editoriale tuttora in espansione. Soltanto più tardi sarebbe infatti esploso il fenomeno Harmony, e ora, a distanza di oltre trent’anni, con i loro milioni di copie vendute in edicola ogni anno sono i romanzi rosa a guardare dall’alto in basso i titani di un tempo.
Francamente non so fino a che punto Laura avesse prefigurato tutto questo. Sta però di fatto che proprio da lei partì lo sdoganamento - numeri alla mano - di un genere narrativo che tuttora qualcuno si ostina a catalogare di serie B, mentre il sottoscritto si ostina a sottolineare che di serie A o di serie B andrebbero invece catalogati gli autori, in qualsivoglia contesto letterario.
Io non ho avuto il piacere di conoscere di persona Laura, ma in Mondadori, e soprattutto nella nostra “Redazione Edicola”, il suo nome fa spesso capolino nei vari “amarcord”, sempre suscitando deferenti ricordi. Ora anche commossi, soprattutto per me che ho l’onore di occupare un angolino di quella che fu la sua poltrona.
Anche altri professionisti della narrativa, collaboratori e scrittori hanno voluto ricordare con noi Laura Grimaldi.
Stefano Di Marino. Autore inarrestabile di romanzi e racconti di ogni genere, noto per il suo prolifico personaggio di Chance Renard, il Professionista
http://hotmag.me/ilprofessionista/
Laura ha notevolmente influenzato la formazione della mia creatività anche prima di conoscerla. per me, lettore ragazzino di Segretissimo e dei Gialli era un nome mitico, anche più di Tedeschi, perché dirigeva la collana che amavo di più e nella quale, allora segretamente, anelavo a entrare.
In seguito avrei scoperto che spesso aveva idee politiche completamente divergenti da quelle degli autori che pubblicava con successo. E ciò le fa merito perché così deve essere il vero editor. Di fatto fu lei a spingere la formula di Segretissimo che amo di più, quella degli eroi. Fu lei a portare SAS da noi e a dare il via alla “scuola italiana” con Santini e Guerrini che furono giornalisti “assoldati” per creare un SAS italiano. Di “sinistra” si diceva. Ora, non mi pareva che soprattutto nei romanzi di Andrea la sfumatura politica fosse poi così marcata. Erano bei romanzi, però, costruiti con un’idea editoriale. Ma Laura aveva una personalità in grado di abbracciare il genere senza pregiudizi molto più ampia della visione di una sola collana.
Era traduttirce e autrice lei stessa. Il suo manuale di scrittura (se pure servono i manuali di scrittura) è ancora per me un esempio di chiarezza.
La conobbi anni dopo quando già era uscita da Mondadori e io ero appena entrato. Drigeva Interno Giallo. Ci vedevamo alle riunioni dell’AIEP. Con un poco di soggezione le mostravo i primi numeri del Professionista e lei, che se ne intendeva con quel suo sguardo che era severo ma anche ironico mi diceva: «Be’, a scrivere queste storie si vede che ti diverti un mondo, eh?». E io lo considero un complimento.
Alla fine, dopo tanti anni, la ricordo sempre come Lady Spia, lo pseudonimo che usava per firmare la posta di Segretissimo. Sempre pungente, sempre “sul pezzo” con una grandissima cultura del genere chle permetteva di cogliere successi e scartare le “bufale”.
Così voglio ricordarla. Ciao Lady Spia, se siamo qui è merito tuo e, fino all’ultimo, terremo il bastione.
Andrea Carlo Cappi. Scrittore vulcanico che ha lavorato in ogni genere letterario, e che su Segretissimo (come François Torrent) cura il personaggio di Nightshade
Ho conosciuto Laura Grimaldi negli anni ’90, molto dopo il suo storico periodo nella redazione di Giallo Mondadori e Segretissimo: una signora dall’aspetto autoritario e dai modi cortesi, che fino ad allora avevo visto solo in fotografia e di cui avevo letto il nome migliaia di volte sui periodici Mondadori di narrativa. L’ho rivista varie volte alle presentazioni della Libreria del Giallo, con alcuni degli autori che pubblicava in Interno Giallo, come Didier Daeninckx o Paco Ignacio Taibo II. Stava continuando il suo lavoro di ricerca di autori stranieri o italiani, proponendo alternative letterarie e “impegnate” al dominante giallo/noir in lingua inglese, di cui peraltro era una grande esperta oltre che traduttrice. Condivido la definizione che ha dato di lei in questi giorni Andrea G Pinketts: «la Fernanda Pivano del giallo».
Una donna quindi, una professionista, che ha lasciato un’impronta importante, un contributo decisivo, allo sviluppo italiano della narrativa d‘evasione o popolare, sia essa Gialla, Bianca, Rosa o Nera in ogni caso spesso, purtroppo, denigrata, bistrattata e sottostimata nonostante questi generi abbiano appassionato, e anche avvicinato alla lettura, milioni di persone nel mondo tra i quali la sottoscritta.
Grazie Signora Grimaldi.
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