I nuovi zar (Les nouveaux Tsars, uscita su Skorpio fra il 2005 e il 2008) è una miniserie firmata Jean-Yves Delitte, autore particolarmente prolifico in grado di lavorare come “autore completo” ma anche solo come esecutore di sceneggiature altrui.

Un esempio? Un’avventura delle Brigate del Tigre scritta da Xavier Dorison, che costituisce il prequel del film Triplice inganno (Les brigades du Tigre, 2006) arrivato anche sui nostri schermi. Una storia che i lettori del Professionista non potranno non apprezzare.

Delitte ha lavorato recentemente anche ad altre serie di successo come Neptune che adatta il mondo di Jules Verne al fumetto e Belem, saga di avventure marinare. In questo caso però siamo nella spy story pura.

          

Quattro episodi, sinora, per raccontare la nuova Russia. Un prodotto anomalo per le produzioni a fumetti avventurose a cominciare dal suo eroe che, già fisicamente, non si presenta con il classico aspetto del “duro” dei fumetti.

Yuri è un superstite di una Unione Sovietica che non esiste più. Un comunista deluso, che ha perso la famiglia e la fede politica. Cosa gli servirebbe del resto? Il suo Paese è frammentato in una serie di repubbliche che sembrano interessate solo al guadagno. E in effetti è l’avidità che regna sovrana a tutti livelli. Oligarchi russi, militari corrotti, terroristi ceceni, agenti dell’FSB, il servizio di spionaggio interno della Russia moderna: ognuno gioca una partita sporca.

Yuri lavora per la AIEA come controllore della sicurezza ed è malvisto proprio dagli ex colleghi che si trova a dover controllare. In un impianto di Murmansk dove si trovano sottomarini nucleari accadono strani incidenti. Civili dove non dovrebbero essercene, attrezzature che smettono di funzionare.

È in atto un piano diabolico che ha il suo fulcro nell’affondamento di un sottomarino armato con testate nucleari. Perso nel fondo del mar baltico e impossibile da recuperare. Ma è davvero così? E Yuri, inconsapevole testimone di una complotto che lega personaggi importanti e furbi guerriglieri ceceni deve scappare. Dalle autorità, dai sicari che lo inseguono per tutta la Russia mentre a Mosca qualcosa va storto. Neanche il ricatto a una investigatrice dell’FSB sembra poter rimettere le cose a posto. E un treno carico di ordigni nucleari si avvicina alla stazione centrale di Mosca.

         

Non vi racconto altro per non levarvi la sorpresa ma nella seconda dilogia della serie l’azione si sposta a Baku in Azerbaigian dove viviamo il clima delle repubbliche indipendenti, serrate dall’avidità degli investitori occidentali, dalle ambizioni di potere dei politici locali e dal folli piani di guerra totale dei terroristi islamici. Ancora una volta Yuri è testimone più che eroe di una vicenda estremamente ben documentata e resa graficamente.

Forse manca quel tanto di eroismo necessario al fumetto per decollare ma si tratta sicuramente di un recupero da seguire. La spy story a fumetti, ancora una volta mostra il suo volto nascosto.

Un serie che piacerà a chi ha apprezzato i romanzi di Volk scritti da Brent Ghelfi e pubblicati su Segretissimo. L’atmosfera è la stessa.