«Chi leggerà le saghe vedrà prefigurato in esse il romanzo moderno; chi studierà la poesia sassone e, ancora di più, la poesia scaldica, scoprirà strani e barocchi esempi di metafora»: con in testa questa frase di Borges si può leggere Il Cavaliere d’Islanda pensando di andare alla fonte del concetto stesso di narrativa. Claudia Salvatori, nome di spicco del thriller che si sta specializzando anche nel romanzo storico, ci guida in un viaggio catartico dal fuoco gelido delle terre islandesi attraverso l’Europa del dodicesimo secolo, alla ricerca di un’idea, di un concetto, ma soprattutto ripercorrendo le pagine delle grandi saghe nordiche.
Kveld è un giovane forgiato nel fuoco e nel gas dei geyser, nel disprezzo paterno e nell’algido furore della terra islandese. L’autrice, mascherta da Fato, vuole che viva mille avventure nel continente europeo e che incontri i grandi personaggi storici della sua epoca, alla ricerca di un filo conduttore. Grazie a Riccardo Cuor di Leone diviene cavaliere. «A chi dice che le origini di Kveld Úlfr non sono nobili rispondo che discende dalla più antica casta di signori della sua terra». In quel momento nasce sir Kveld di Borg, barone di Dol.
Il giovane Kveld raccoglie consensi e gli verranno affidate varie missioni, le quali permetteranno all’autrice di giocare con le pedine offertegli dalla Storia. «Tutti siamo colpevoli di essere chi siamo e di essere al mondo», dirà un personaggio.
«La bellezza è di Dio o del Diavolo?» va domandandosi e ripetendosi Kvled, ed ognuna delle pedine del Grande Gioco gli fornisce una risposta diversa e spesso contrastante. Il concetto del Divino è frastagliato, in quella come in ogni altra epoca, e Kveld conoscerà la persecuzione religiosa e l’integralismo: tutti stratagemmi per non rispondere alla sua domanda.
Il Cavaliere d'Islanda è una saga nordica scritta in evo moderno, è un romanzo moderno scritto come se fosse una saga del dodicesimo secolo. La Salvatori immerge il lettore nel fango dell’umana vita fino alle ginocchia, per far sì che si possa meglio comprendere la dura e intensa vita di Kveld, cavaliere islandese che cercava la bellezza, che cercava un’idea, che cercava Dio e che invece, sfortunatamente, trovò gli uomini.
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