Presentato in anteprima durante lo scorso Salone Internazionale del Libro di Torino, esce in libreria il prossimo 24 maggio un nuovo saggio scottante di Andrea Carlo Cappi: La donna più bella del mondo. Vita, morte e segreti di Marilyn Monroe (Aliberti Editore).

Dopo averci illustrato con dovizia di particolari il mondo delle spie (Le grandi spie, Avallardi) e averci raccontato sotto forma di romanzo la “vera” morte di Lady Diana (Morte accidentale di una lady, Alacrán; riedito come Ladykill in Segretissimo presenta n. 29), lo scrittore milanese - ancora in libreria con Il Visconte (Sperling & Kupfer), spy story risorgimentale scritta con Paolo Brera - ci guida in un altro mistero fatto di intrighi e segreti: la morte di Marilyn Monroe.

Per scoprirne i retroscena, il backstage e molto altro, lasciamo la parola all’autore in persona.

          

«La donna più bella del mondo nasce dalla passione di famiglia per il cinema e, al tempo stesso, per i gialli. Mia madre collezionava cartoline delle star di Hollywood - che conservo tuttora - e al pari di mio padre era una lettrice fedele del Giallo Mondadori e di Segretissimo. Dev’essere per questo che faccio lo scrittore di thriller, ma spesso anche il critico cinematografico (di quelli che pagano il biglietto, per cui il film lo recensisco avendolo anche visto!)

Ho cominciato a indagare sul caso Marilyn Monroe nel 1996 con un articolo per la rivista “Delitti & Misteri” e da lì ho continuato a raccogliere materiale. Nel 1997 stavo preparando quello che doveva essere il mio secondo romanzo, Cacciatore di intrighi, imperniato in chiave ironica sulle (ovviamente false) memorie di un giovane amante di Marilyn che fingevo coinvolto negli attentati a John e Robert Kennedy. Mi stavo dunque documentando sul caso JFK e cominciavo ad avere un certo occhio sull’arte del cover-up quando morì Lady Diana. Stesso tipo di bugie di venticinque anni prima. A corpo ancora caldo, scrissi allora il romanzo Morte accidentale di una lady, quasi un libro di controinformazione, e solo dopo tornai a Cacciatore di intrighi, che uscì puntuale nel 1998 [Edizioni E-Elle].

Nel 2009 sono tornato a scrivere di Marilyn (e di JFK) ne Le grandi spie - uscito nel 2010 da Vallardi e disponibile anche in eBook - in cui raccoglievo oltre 30 anni di mie ricerche su intrighi, complotti e servizi segreti e citavo la presunta collaborazione dell’attrice con la CIA.

Ma il discorso su Marilyn non era ancora concluso.

Nell’estate 2011 ho cominciato a parlare con Aliberti Editore di un libro per celebrare Marilyn a cinquant’anni dalla morte, ma anche per tirare le somme di mezzo secolo di indagini, scoop veri e falsi, complotti veri e presunti. Mi chiesero: saresti capace di scoprire qualcosa di nuovo, a cui ancora non è arrivato nessuno?

Risposi: può darsi.

          

Il mio metodo è quello di un analista dei servizi segreti: non vado sul campo a raccogliere informazioni - specie se lavoro su un caso freddo da cinquant’anni - ma elaboro, valuto, seleziono quelle raccolte da chi è venuto prima di me, trovando collegamenti e corrispondenze. Non avete idea di quante cose si possono scoprire. In passato ha funzionato: nel 1997 sono stato il primo, seppure con un romanzo, a indicare come sarebbe stato possibile creare ad arte l’incidente di Lady Diana; nel 2006 sono stato il primo, in Mondo Bond 2007 [Alacrán], a svelare la partecipazione di Ian Fleming all’Operazione Mincemeat, un successo dello spionaggio britannico che ha cambiato le sorti della Seconda guerra mondiale. Tutto solamente analizzando informazioni già disponibili al pubblico. Potevo provarci anche con Marilyn.

Sorprendendo anche me stesso, ci sono riuscito.

Non solo perché, procedendo secondo logica e trovando parziale conferma in un rapporto dell’FBI del 1964, ho identificato i più probabili esecutori materiali di quello che potrebbe essere un semplice omicidio colposo o, piuttosto, un omicidio su costrizione. Non solo perché ritengo di avere fatto il punto su quello che molti sospettano essere avvenuto veramente subito dopo la morte di Marilyn, durante le quali chi sapeva, per diverse ore, non chiamò la polizia. Ma perché, se complotto c’è stato, potrei averne identificato uno degli uomini chiave.

Il destino ha voluto che in questo stesso lungo periodo io abbia completato le ricerche per il mio nuovo romanzo della serie Nightshade, che firmo con lo pseudonimo François Torrent per Segretissimo [Mondadori]. Il romanzo - in edicola nell’agosto 2012 - si intitola Protocollo Hunt: avevo deciso il titolo “Protocollo” ben prima che uscisse il quarto film di Mission: Impossible e Hunt non si riferisce al personaggio interpretato in quella serie da Tom Cruise, bensì a uno dei più famosi (e famigerati) agenti della CIA nel mondo reale. Un figura nota tanto a chi leggeva Segretissimo negli anni ’70-’80, quanto a chi ricorda le cronache dello scandalo Watergate... o quantomeno la scena di Tutti gli uomini del presidente in cui Robert Redford (nel ruolo del giornalista Bob Woodward) durante una telefonata disegna un omino con cappello e occhiali neri e ci scrive accanto «author spy stories».

         

Devo ammettere che, quando sono arrivato alla resa dei conti su Marilyn, già sospettavo che il signor Hunt potesse essere coinvolto nella vicenda. Lo stavo praticamente cercando. Ma sono rimasto stupefatto quando l’ho trovato sul serio. In un breve cenno in un articolo del 1976 che lo collegava a Marilyn attraverso una persona con cui lei parlò al telefono la notte in cui morì. Una persona che - data la sua posizione politica - non avrebbe dovuto avere niente a che fare con Hunt, a meno che non fosse un suo agente, per la precisione un infiltrato.

Bingo.

Marilyn, tra i suoi compagni di letto, aveva forse un agente della CIA. Che lavorava per Hunt, un vero recordman del complotto all’americana. D’altra parte... i conti tornano: se nell’arco della sua vita un uomo ha ucciso John Kennedy e ha ucciso Che Guevara, perché non dovrebbe avere ucciso anche Marilyn Monroe?

Andrea Carlo Cappi (foto di Alberto Aliverti, 2011)
Andrea Carlo Cappi (foto di Alberto Aliverti, 2011)
Non vi svelo altro, né del saggio su Marilyn in libreria dal 24 maggio (in cui trovate anche la vita, i film, un inserto fotografico e dettagliati indici analitici) né, per ora, del romanzo di Nightshade in edicola per il solo mese di agosto. Vi prometto che sarà molto più emozionante leggerli da cima a fondo.»

       

Non resta che ricordare a lettori e curiosi un appuntamento imperdibile: mercoledì 23 maggio, all’Admiral Hotel di Milano (via Domodossola, 16), Borderfiction e Cappi stesso presenteranno il saggio.