L’Italia è un Paese di eroi della penna. I romanzi del secolo, in uscita settimanalmente, riempiono le vetrine. A diventare scrittori ci sono i giornalisti coraggiosi. I magistrati coraggiosi. I poliziotti coraggiosi. I politici coraggiosi. Gli attori coraggiosi. I romanzieri coraggiosi. Tutti dal passato difficile, triste, pericoloso, sofferto. E ovviamente coraggioso. Vanno in TV, per la promozione del libro. E come alla scuola elementare, sono tutti promossi. Così ognuno diventa giornalista... e scrittore, magistrato e scrittore, poliziotto e scrittore, politico e scrittore, attore e scrittore, romanziere e scrittore (e che crepi l’avarizia).
Va tutto bene. Va bene il besteller, la campagna di lancio, il booktrailer, gli intellettuali da salotto, i maître à penser da cucina, i geni da tutelare, i talenti cui è lecito, le verità scomode e scomodissime, va bene tutto.
Ma io cerco uno scrittore vero. Voi lo siete?
Perché io voglio ricordare il duemila ai posteri. Non m’interessano verità. Non mi interessa che raccontiate storie d’amore o di terrore, gialli o autobiografie, drammi di vita o viaggi all’inferno.
Non m’interessa nemmeno che siate figli di papà, operai, saltimbanco, detenuti o figli di puttana. Soprattutto, non m’interessa che siate coraggiosi.
Mi interessa solo che sappiate scrivere.
Mi servono racconti brevi, tronchi, fulminei.
Diecimila battute, non di più.
Pubblicherò i migliori qui sopra [sul blog wanted.max.gazzetta.it/author/emontolli/]. E poi sul Max di carta.
Se mandate roba buona, fra un anno faremo un eBook e sa Dio che altro.
Se riceveremo porcherie, finiranno in un cesso. E tireremo lo sciacquone, affogando nello spread, nei bond e in tutte le fesserie che ci stanno rifilando.
Scaldate la penna.
E inviate. La vita è breve. Ma mai abbastanza.
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