Ecco in esclusiva il PROLOGO del nuovo romanzo di Claudia Salvatori dedicato al personaggio di Kira von Durcheim, detta Walkiria Nera. Il libro è disponibile in edicola ancora per una settimana, nel n. 1586 della collana Segretissimo Mondadori. Si ringrazia l’autrice e l’editor Franco Forte per la gentile disponibilità.
PROLOGO
Corridoio di Danzica, campagna nei pressi del confine tedesco, notte fra il 2 e il 3 luglio 1936
Bambini.
Prigionieri del loro destino, del luogo e del tempo in cui sono nati, della volontà o incoscienza di chi ha dato loro la vita: per lussuria, per follia, per errore. Poco meno prigionieri di quanto lo siano i bambini di tutto il mondo.
Bambini biondissimi, dagli occhi azzurrissimi.
Radunati dagli uomini delle SS sul piazzale dell’orfanotrofio, come un branco di cuccioli cercano l’uno la vicinanza dell’altro per trovare conforto. Poco meno terrorizzati e smarriti di quanto lo siano sempre stati, nonostante le SS, nelle loro tute nere, incappucciati di nero, debbano sembrare loro giganti confusi con la notte, mostri usciti dalle tenebre di milioni di anni di paura infantile.
Nell’istituto venivano affamati, picchiati duramente alla minima mancanza, legati ai letti come cani. Talvolta usati come oggetti di piacere da uomini e donne che si erano assunti il compito di allevarli e proteggerli in vece dei genitori. È tutto nel rapporto segreto all’Ufficio della razza e del popolamento di Berlino.
Ora i loro aguzzini sono morti, uccisi dalle SS.
Una donna che indossa la stessa tuta e lo stesso cappuccio neri delle Schutzstaffeln avanza verso i piccoli. Al suo passo elastico e quasi danzante i bambini rispondono con un moto di sorpresa intimorita, poi si immobilizzano come coniglietti.
La donna si toglie il cappuccio, liberando lunghi e ondulati capelli di un oro cupo dai riflessi di fiamma, occhi di un blu violetto penetrante, simili a pietre preziose. I bambini la fissano immobili, affascinati. Lo sguardo di lei è compassionevole, il sorriso malinconico.
I bambini si tendono verso di lei, vorrebbero raggiungerla, essere forse accarezzati da lei, accolti nelle sue braccia protettrici.
Fiducia. Fiducia e accettazione.
La donna vestita di nero che accompagna quegli uomini neri potrebbe prenderli per mano e condurli via, e loro la seguirebbero.
Lacrime scendono sulle guance della donna in nero. Lei non le asciuga, le lascia cadere sulle zolle riarse, nella terra.
Sospira, chiude gli occhi.
Per un istante si sente accomunata alla sorte di tutti quei bambini. Le pare di essere tutti loro. Anche lei ha perduto i genitori in età troppo tenera, anche lei ha conosciuto la fame e la miseria, la crudeltà e la violenza del mondo, lo stupro e la tortura, la solitudine e la paura.
Da tutto questo dolore è rinata come la donna che è oggi: Kira von Durcheim, stella del cinema tedesco, spia e amica intima del Reichsleiter Rudolf Hess, incaricata di missioni di importanza vitale per la Germania direttamente dal Fuhrer Adolf Hitler. Quella che tutti in segreto chiamano Walkiria nera.
Forse perché intuiscono in lei la loro stessa sofferenza, vinta e temprata nella forza di una guerriera, i bambini sono disposti a mettere le loro vite nelle sue mani. O forse è per quella bellezza eterea, che sugli schermi cinematografici fa apparire il suo volto immateriale, irradiante pura luce. Per il carisma che le permette di interpretare dee e regine, sante e walkirie.
Per loro è una bella, bellissima signora, la fata di qualche racconto di magia, o forse la Vergine Maria.
La donna sospira.
Quello che sta facendo è giusto?
È una strana missione, quella di cui l’hanno incaricata. Insignificante all’apparenza, eppure Rudolf Hess ha insistito molto, e in modo molto particolare, perché vi partecipasse. Semplicissima, cela complicazioni che si intuiscono indicibili. Sviluppi assolutamente inimmaginabili.
Tutti quei bambini non potrebbero, in realtà, essere neppure suoi figli, partoriti da lei. Hanno colori più chiari dei suoi: i capelli sono quasi argentei, gli occhi cerulei come il cielo di primavera. All’Ufficio della razza hanno scoperto che in quella regione della Polonia nascono persone che corrispondono ai requisiti massimi richiesti di appartenenza alla razza ariana.
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